Regali di Natale, ecco perché dovremmo iniziare già a pensarci

È vero, mancano ancora due mesi alle festività di Natale, eppure mai come quest’anno è importante essere lungimiranti e agire per tempo. Se vogliamo riuscire a mettere qualche pacchetto sotto l’albero.
Le catene di approvvigionamento sono sottoposte in tutto il mondo a uno stress estremo. Questo, oltre a rallentare la ripresa economica globale, sta portando a un aumento dei prezzi.

Controlli alle frontiere, restrizioni e mancanza di pass vaccinale stanno creando la “tempesta perfetta” che andrà ad ostacolare la produzione globale.

Cosa sta succedendo alle catene di approvvigionamento

Se prima, la pandemia ha costretto il blocco della produzione, poi con la ripresa delle attività c’è stata un’esplosione della domanda: il problema è che in Paesi come la Cina, tra gli esportatori principali, diverse fabbriche sono state costrette a chiudere a causa dei tagli all’energia. I problemi dei controlli alle frontiere e la mancanza di passaporti vaccinali hanno causato ingorghi sulla rete dei trasporti, dai camionisti ai portuali.

In Europa, due aziende su cinque, quest’estate, hanno denunciato carenza di materie prime e parti intermedie. In Germania, le imprese hanno fino a 10 mesi di ordini inevasi.

Il risultato è che mancano i chip per l’elettronica, ma anche ferro, alluminio, magnesio, rame.
Apple ha già annunciato che produrrà 10 milioni di Iphone in meno a causa della mancanza di microchip. Ma tutto il reparto tecnologico è in sofferenza.

La società tedesca di abbigliamento sportivo Puma ha consigliato alle persone di fare acquisti in anticipo per Natale. Diverse fabbriche in Vietnam, dove Puma produce un terzo dei suoi prodotti, sono chiuse da settimane.
Il problema degli approvvigionamenti ha spinto anche Nike e Adidas a prevedere forti ritardi nelle consegne natalizie.

Codacons, allarme rincari sotto Natale

I rincari relativi al settore dell’energia, dei carburanti e delle materie prime rischiano di influire negativamente sugli acquisti di Natale. Causando un aumento non solo dei prezzi dei consueti prodotti consumati durante il cenone ma anche dei regali. E’ quanto emerge da uno studio condotto dal Codacons. Per gli italiani, a parità di consumi rispetto al 2019, potrebbero costare quasi 1,4 miliardi di euro in più.

L’aumento dei prezzi delle materie, infatti, porterà le aziende a praticare costi maggiori. Soltanto per panettoni e pandori, ad esempio, si stima una crescita del 20%. A ciò si aggiunge l’emergenza energia con un incremento delle tariffe di luce e gas che, da ottobre, pesa anche sulle imprese.

Il governo statunitense e quello inglese cercando di alleviare la crisi nelle forniture, hanno già avvertito i cittadini che potrebbero dover affrontare rincari nei prezzi. Al tempo stesso, soprattutto nel periodo natalizio, alcuni scaffali dei supermercati potrebbero rimanere vuoti.

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