Crisi di governo: alla fine la Borsa Italiana non ha sofferto più di tanto

Il tanto temuto choc economico e finanziario nella Borsa Italiana, per via della crisi di Governo, non c’è stato. Nel tardo pomeriggio di giovedì 14 luglio le dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, sono state respinte dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dell’esecutivo si presenterà mercoledì alle Camere per discutere apertamente della rottura istituzionale.

Tuttavia, il giorno dopo, i mercati sembrano volere recuperare terreno dopo una settimana in cui l’Eurostoxx50 ha ceduto oltre il 2% e lo Stoxx600 l’1,7%. La Borsa di Piazza Affari (FTSE MIB +1,84%), protagonista di una caduta superiore al 3% nell’ultima sessione, rimbalza ma tiene il fiato sospeso in vista del week end di trattative tra i partiti politici che potrebbero anche scongiurare il ricorso a elezioni a breve. Per ora prevale l’ottimismo su una soluzione che mantenga l’ex presidente della Bce a Palazzo Chigi.

Lo spread tra Btp e Bund si è subito allargato fino a 230 punti per poi rientrare. Il differenziale di rendimento tra il Btp decennale benchmark (Isin IT0005436693) e il pari scadenza tedesco è indicato a 217 punti base, in linea con il closing precedente. Scende lievemente il rendimento del BTp decennale benchmark, che ha segnato una prima posizione al 3,40%, dal 3,41% della vigilia, per poi scendere a 3,33%.

La Borsa di Milano scommette su Draghi bis, Saipem nuovo crollo

A Piazza Affari focus sul caso Saipem -29,92% che crolla dopo che le banche del consorzio di garanzia, intervenute per sottoscrivere quasi il 30% dell’aumento di capitale da 2 miliardi rimasto invenduto, hanno annunciato il collocamento sul mercato di un pacchetto pari al 20% del capitale di Saipem. Sempre per quanto riguarda la Borsa di Milano, in rosso Moncler -2,18% e Telecom Italia -3,42%, spiccano Pirelli & C +5,57%, Enel e qualche banca.

“Crediamo che i mercati stiano scontando una nuova soluzione di governo con a capo sempre Draghi, visto che le alternative (governo traghettatore e nuove elezioni) sembrano essere troppo punitive per l’economia italiana in un momento così delicato sia dal punto di visto geopolitico (guerra in Ucraina) sia da quello economico (crisi energetica, requisiti per fondi Pnrr, legge di bilancio, scudo anti-spread e rischi di recessione) e sia da quello sanitario (nuova campagna vaccinale per la quarta dose)”. Questo è il commento di Filippo Diodovich di Ig. “Riteniamo che una soluzione con Draghi a capo dell’esecutivo possa diminuire le tensioni finanziarie e riportare lo spread a 200 pb”.

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