Coronavirus, dl Cura Italia: la Camera dà il via libera definitivo

Il dl Cura Italia, provvedimento per il contrasto dell’epidemia di coronavirus, diventa legge. Oggi è arrivato il via libera anche da parte della Camera del Deputati. Dopo avere ottenuto la fiducia al Senato in prima lettura, per velocizzare i tempi in mancanza di un accordo fra maggioranza e opposizione, anche Montecitorio ha confermato l’ok al Governo e, con il successivo voto finale, il Parlamento ha quindi approvato definitivamente il decreto legge: 229 favorevoli, 123 contrari e 2 astenuti.

È stata comunque una giornata particolarmente intensa quella di oggi alla Camera. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, aveva presentato un ordine del giorno sul Mes che avrebbe impegnato il Governo “a non utilizzare in alcun caso il Mes per far fronte all’insieme delle misure volte a contrastare l’attuale emergenza, sia con riferimento alle spese di potenziamento del servizio sanitario nazionale, sia a quelle a sostegno del lavoro, della liquidità delle banche, delle famiglie e delle imprese e ad ogni ulteriore spesa utile a tale fine”. Stante però il parere contrario dell’esecutivo, l’odg dell’ex ministro della Gioventù è stato respinto: i sì sono stati 119, i no 216.

Con il decreto Cura Italia vengono stanziati 25 miliardi contro il Coronavirus

Il decreto Cura Italia è lo strumento con cui, a metà marzo, il governo ha stanziato 25 miliardi di euro per il contrasto alla crisi economica causata dal Coronavirus, intervenendo su: potenziamento del Sistema sanitario, sostegno all’occupazione e ai lavoratori, supporto al credito per famiglie e piccole e medie imprese, sospensione degli obblighi fiscali. Molte delle misure, adottate per coprire la falla provocata dall’emergenza sanitaria, sono state poi riprese e modificate nei successivi decreti. Da un punto di vista politico, il percorso parlamentare del Cura Italia ha causato la rottura della fragile ‘unità nazionale’ che aveva caratterizzato le prime ore dell’emergenza e che era stata chiesta a gran voce anche dal presidente della Repubblica.

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