Coronavirus, crolla il Pil della Cina: -6,8% nel primo trimestre

Per la prima volta in più di 40 anni l’economia cinese è in contrazione. La pandemia di Coronavirus ha infatti provocato nel primo trimestre del 2020 un crollo del Pil del 6,8%, rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Un dato sostanzialmente in linea con le aspettative degli analisti, che avevano indicato la probabilità di un cedimento intorno al 6% nei primi tre mesi dell’anno, legato all’esplosione dell’epidemia a Wuhan. Si tratta di una dinamica negativa inedita dall’inizio delle rilevazioni statistiche, nel 1992, e di fatto dalla fine della Rivoluzione culturale intorno alla metà degli anni ’70.

In forte calo anche le vendite di beni di consumo

L’Ufficio Nazionale di Statistica della Cina ha anche reso noto che gli investimenti in asset fissi sono calati del 16% rispetto a un anno prima, mentre quelli in infrastrutture sono diminuiti del 20%. L’export è sceso nel trimestre del 13,3%. A marzo le vendite al dettaglio di beni di consumo risultano in calo del 16%, mentre la produzione industriale mensile ha recuperato fino a limitare l’arretramento all’1,1%.

Quest’ultimo dato appare come un segnale incoraggiante di ripresa: nei primi due mesi, infatti, il cedimento della quantità di beni e/o servizi ottenuti da un’attività di produzione era stato a doppia cifra. Tra l’altro anche i consumi appaiono in recupero con il progressivo ritorno alla normalità dell’attività manifatturiera e sociale.

La Cina rivede al rialzo la conta dei morti per Coronavirus

L’economia cinese era già da tempo su una traiettoria discendente: la crescita nel 2019 si era fermata al 6,1% (6% nell’ultimo trimestre), il dato peggiore da quasi un trentennio. Adesso sembra praticamente impossibile che la crescita nel 2020 si attesti intorno al 6% o di poco sotto, come era nelle intenzioni del Governo.

Nel frattempo la Cina modifica la conta ufficiale dei decessi da Coronavirus, rivedendoli al rialzo del 39% con l‘aggiunta di 1.290 morti a Wuhan. Il totale delle vittime nella città che fu epicentro della crisi sale così a 3.869 morti (e 50.333 contagi, rivisti al rialzo di 325), portando il totale nazionale a 4.636. Una nota ufficiale ha spiegato che la revisione è “conforme a leggi e regolamenti e al principio di essere responsabili verso la storia, le persone e i defunti”.

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