CULTURA

Nostradamus e la cupa profezia sul 2023: “Sette mesi di morti e malvagità”

Come se già non bastassero due anni di pandemia e il conflitto in Ucraina, il 2023 si preannuncia catastrofico. O perlomeno questa è l’ultima interpretazione degli scritti di Michel de Nostredame, l’astrologo francese vissuto nel ’500 meglio noto con lo pseudonimo di Nostradamus.

Rileggendo il testo di ‘Centuries et prophéties’, pubblicato per la prima volta nel 1555, alcuni osservatori hanno infatti notato delle affinità con la situazione geopolitica attuale evidenziando il rischio di un’escalation di violenza. Occorre ricordare, però, che tutte le profezie attribuite a Nostradamus sono in realtà delle interpretazioni soggettive. Le 947 quartine sul futuro del pianeta vergate dal profeta cinquecentesco non hanno pertanto alcun valore storico o predittivo. Anche se, in passato, le sue parole spesso si sono concretizzate in eventi nefasti. Vediamo quali sono le previsioni per l’anno prossimo.

Nostradamus e la profezia di una “Grande guerra” nel 2023

Coloro che sostengono l’attendibilità di queste profezie ricordano ad esempio che l’astrologo francese ha “anticipato” eventi come la Rivoluzione francese del 1789 o l’ascesa al potere di Adolf Hitler in Germania nel 1933. Ma anche la bomba atomica che nel 1945 ha posto fine alla Seconda guerra mondiale e perfino gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001.

Foto | Wikimedia Commons

Nostradamus per il 2023 ha invece previsto – o meglio, gli viene attribuito – l’arrivo di “sette mesi di Grande guerra” con “gente morta di malvagità” e il “fuoco celeste sull’edificio reale”. Inoltre, nei suoi scritti Michel de Nostredame parla di due città francesi, Rouen ed Evreux, che “non cadranno in mano al re”. Non è chiaro, però, a chi faccia riferimento, trattandosi appunto di una mera interpretazione delle sue parole.

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Qualcuno, però, ha intravisto nelle quartine de le ‘Profezie’ un incrocio con le premonizioni della veggente bulgara Baba Vanga, al secolo Vangelija Pandeva Dimitrova (1911-1996). Anche le parole della “Nostradamus dei Balcani” riemergono in modo strumentale ogni volta che l’attualità fornisce un appiglio. Proprio come nel caso della guerra in Ucraina: “Tutto si scioglierà come ghiaccio. Solo uno rimarrà intatto: la gloria di Vladimir, la gloria della Russia. Nessuno potrà fermare la Russia”.

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Queste sarebbero infatti le parole pronunciate da Baba Vanga stando a quanto trapela da un incontro con lo scrittore Valentin Sidorov. Parole che sembrano far riferimento al presidente russo Vladimir Putin. Al netto delle superstizioni, comunque, cosa ci riserverà il futuro? E, soprattutto, dobbiamo davvero preoccuparci come già accaduto il 12 dicembre 2012, giorno dell’ipotetica fine del mondo secondo una mal interpretazione del calendario Maya?

Putin: Foto Pixabay | DimitroSevastopol

La risposta è no: possiamo stare tranquilli. Perché ultimamente le profezie di Nostradamus – o di chi ne riadatta le parole – non sono state molto accurate. Per il 2022 si attendevano infatti un’inflazione devastante, la carestia, il cannibalismo, la supremazia dell’intelligenza artificiale sugli esseri umani, la crisi economica (con annesso trionfo delle criptovalute); ma anche siccità, inondazioni, assedi e perfino una massiccia caduta di asteroidi. Di tutto e di più.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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