
Foto Wikimedia Commons
Con il passaggio della Campania in zona gialla, da oggi, lunedì 17 gennaio 2022, non c’è più nessuna regione italiana in zona bianca. Il colore dominante sulla cartina è il giallo, ma non manca un po’ di arancione. Oltre a Sicilia e Sardegna, ora anche la Valle d’Aosta è entrata nella fascia maggiormente restrittiva. Entro fine gennaio anche altre regioni potrebbero seguire il suo esempio: dopotutto i numeri dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari stanno continuando a salire in molti territori.
Con quali parametri si passa in zona arancione?
Ci sono tre fattori da prendere in considerazione per capire quali regioni rischiano il passaggio dalla zona gialla a quella arancione. Il primo è l’incidenza settimanale dei contagi: per evitare il cambio di colore non deve superare la soglia dei 150 contagi ogni centomila abitanti. Il secondo è l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive da parte dei pazienti Covid, che non deve superare il 20%. Infine, l’ultimo parametro da prendere in considerazione è l’occupazione delle are mediche. Quest’ultima rappresenta un fattore di rischio per la zona arancione quando supera il 30%. Affinché il cambio di colore diventi effettivo, questi tre parametri devono essere raggiunti o superati contemporaneamente.
Le regioni a rischio
Tra le regioni vicine alla soglia critica c’è il Piemonte, dove le terapie intensive sono al 23%, mentre i reparti ordinari sono al 28%. L’incidenza è a 1381,68 casi. Anche il Friuli-Venezia Giulia è al limite: anche qui le terapie intensive sono al 23%, mentre le aree mediche hanno raggiunto il 29%. L’incidenza è a 1204,98 casi ogni 100mila abitanti. In Calabria è soprattutto la situazione dei reparti ordinari a far preoccupare: sono occupati al 39%. Nella regione, dove l’incidenza è di 499,84 casi, non è ancora scattata la zona arancione solo perché le terapie intensive sono al 17%. Situazione quasi analoga in Lombardia, dove c’è la stessa percentuale di occupazione della terapie intensive. Le aree mediche, invece, sono al 33% e l’incidenza ha raggiunto i 1441,35 casi su centomila abitanti.
Anche in Liguria l’occupazione dei reparti ordinari (39%) è maggiore di quella delle terapie intensive (18%). L’incidenza è di 1524,34 casi. Nelle Marche le terapie intensive (23%) e l’incidenza (842,46) hanno superato la soglia critica, mentre l’occupazione delle aree mediche è al 26%. Altri territori in cui le terapie intensive hanno superato la soglia critica sono la Toscana (22%), l’Abruzzo (20%), il Lazio (22%) e la provincia autonoma di Trento (28%).