Terza dose, vaccinato all’estero? Ecco cosa devi sapere

Chi si è vaccinato all’estero con sieri non autorizzati dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, riceverà in Italia la terza dose con Pfizer o Moderna. È quanto rende noto una circolare del Ministero della Salute, ripresa dall’Adnkronos. In questo modo, anche chi si è vaccinato fuori dal nostro Paese avrà diritto al green pass.

Terza dose, le indicazioni del Ministero per i vaccinati all’estero

I soggetti vaccinati all’estero, ad esempio con il russo Sputnik V, recita la circolare, “possono ricevere una dose di richiamo con vaccino a mRna nei dosaggi autorizzati per il booster”. Vale a dire: 30 microgrammi in 0,3 millilitri per Comirnaty di Pfizer/BioNTech e 50 mcg in 0,25 ml per Spikevax di Moderna.

Il ministero detta poi i tempi per la somministrazione della terza dose. Questa dovrà infatti avvenire “a partire da 28 giorni e fino a un massimo di sei mesi (180 giorni) dal completamento del ciclo primario”. In alternativa, i soggetti vaccinati all’estero potranno sottoporsi a un nuovo ciclo vaccinale completo.

“Superato il termine massimo di sei mesi dal completamento del ciclo primario con vaccino non autorizzato da Ema, così come in caso di mancato completamento dello stesso – precisa infatti la circolare – è possibile procedere con un ciclo vaccinale primario completo con vaccino a mRna, nei relativi dosaggi autorizzati”.

In Italia 45 milioni di cittadini hanno completato il ciclo vaccinale

Inoltre, il “completamento di tale ciclo vaccinale integrato garantisce i requisiti del decreto legge sul green pass e permette dunque di ottenere la certificazione verde. Nel frattempo, circa 45 milioni di cittadini italiani hanno completato il ciclo vaccinale, pari all’83,3% del totale.

A dirlo è stato, questa mattina, il commissario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, in conferenza stampa a Palazzo Chigi con il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli.

“Coloro che hanno fatto almeno una dose sono oltre 46 milioni, pari all’86%”, ha sottolineato Figliuolo. A questo dato, ha aggiunto il commissario, “possiamo sommare i 600mila guariti: questo ci porta all’87,7% di persone che hanno una qualche copertura”.

 

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