Addio a diesel e benzina entro il 2035: come cambia il mercato dell’auto

L’Italia non produrrà più auto con motori benzina, diesel o a metano entro il 2035. Lo rende noto il Ministero della Transizione ecologica. La decisione è arrivata al termine della quarta riunione del Cite, il Comitato interministeriale per la Transizione ecologica, che si è tenuta giovedì 9 dicembre a Palazzo Chigi.

La quarta riunione del Cite a Palazzo Chigi

All’incontro hanno preso parte i ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Il Cite ha quindi definito le tempistiche di sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna.

Il mercato dell’auto pronto alla rivoluzione

L’addio ai motori tradizionali si pone in continuità con una decisione della Commissione europea contenuta nel ‘Fit for 55’, il pacchetto di misure ambientali che l’Ue ha messo in campo per limitare e ridurre l’emissione dei gas nocivi. Lo stop alla produzione di veicoli con motori termici è destinato a rivoluzionare il mercato dell’auto in Italia.

“Phase out auto entro 2035, per furgoni 2040”

“Il phase out delle automobili nuove con motore a combustione interna dovrà avvenire entro il 2035 – rende noto il Mite –. Mentre per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri entro il 2040. Il Ministero ribadisce poi che “in tale percorso occorre mettere in campo tutte le soluzioni funzionali alla decarbonizzazione dei trasporti in una logica di ‘neutralità tecnologica’.

“Misure specifiche per i produttori di nicchia”

Pertanto, occorre valorizzare “non solo i veicoli elettrici ma anche le potenzialità dell’idrogeno, nonché riconoscendo – per la transizione – il ruolo imprescindibile dei biocarburanti, in cui l’Italia sta costruendo una filiera domestica all’avanguardia. Per quanto riguarda i costruttori di nicchia, misure specifiche potranno essere eventualmente valutate con la Commissione europea all’interno delle regole comunitarie”.

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