Sgarbi sindaco vieta la mascherina a Sutri: “Multe se non c’è necessità”

Continua la serrata di Vittorio Sgarbi contro la gestione dell’emergenza Coronavirus e in particolare contro l’utilizzo delle mascherine. E dopo alcuni interventi particolarmente criticati in Parlamento, ora passa alle vie di fatto. Non nel ruolo di deputato, però, ma di quello di sindaco di Sutri.

La lunga battaglia di Sgarbi con le mascherine

Il critico d’arte, eletto primo cittadino del Comune viterbese, ha infatti emesso in queste ore un’ordinanza che addirittura vieta l’utilizzo delle mascherine in assenza di stato di necessità. Chi fosse, quindi, “sorpreso” a indossarle rischia addirittura una multa. “Solo ladri e terroristi si mascherano il volto“, è stato il suo commento in una nota. E anche in questo caso le polemiche saranno certamente infinite.

In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – stabilisce l’ordinanza firmata da Sgarbi – è proibito l’uso della mascherina nella Città di Sutri all’aperto per evidenti ragioni di salute e al chiuso, salvo che in caso di assembramento, dalle ore 18.00 alle 6.00 del mattino, come specificamente indicato dal Dpcm del 16 agosto 2020 che tutela dal rischio discoteche e non dalla convivialità, che impone di stare a tavola e mangiare senza mascherina“.

Sutri: ecco quando si rischia di essere multati

In tutti gli altri casi – si legge nell’ordinanza di Sgarbi –, chi sarà visto portare la mascherina sarà multato in ordine alla legge 533/1977 in materia di Ordine Pubblico che all’articolo 2 prevede che non ci si possa mascherare in volto. Tale norma, anche con riferimento alle mascherine, è potenziata con il Decreto Legge 155/2005“.

D’altra parte – sottolinea il sindaco nell’ordinanza – l’uso della mascherina in luoghi pubblici, salvo che per il personale dipendente, appare in evidente contrasto con il tempo dedicato alla nutrizione che prevede di assumere il cibo senza mascherina“. L’idea sostenuta da Sgarbi è quindi che sia contraddittorio che “dopo aver mangiato senza mascherina ci si alzi da tavola mettendosela. Si tratta di forme ridicole di ostentazione che nulla hanno a che fare con le esigenze sanitarie“.

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