Scuola, la Caporetto della Dad:
il 50% degli studenti è impreparato

La pandemia e la Didattica a distanza hanno fatto danni enormi sull’apprendimento dei ragazzi. Soprattutto alle scuole superiori, dove, all’esame di Maturità, uno studente su due ha la stessa preparazione di un alunno di terza media. Il quadro allarmante emerge dal Rapporto Invalsi 2021 presentato oggi alla presenza del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Bianchi: “Scuola al centro del Paese”

“Bisogna porre la scuola al centro del Paese per uscire da questa fase nella maniera migliore. La scuola è la base di ogni possibile rilancio, non c’è sviluppo del Paese se non c’è il rilancio della scuola, ha dichiarato Bianchi. Secondo il rapporto, alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano; mentre il dato sale al 45% in matematica.

Alle superiori il dato sale rispettivamente al 44% e al 51% con un +9% rispetto all’ultima rilevazione. In molte regioni del Sud oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in italiano. In Campania e Calabria sono il 64%, in Puglia il 59%, in Sicilia il 57%, in Sardegna il 53% e in Abruzzo il 50%. Sempre in Campania, invece, il 73% dei ragazzi è sotto il livello minimo di competenza in matematica. In Sicilia il 70% e in Puglia il 69%.

Solo Trento rimane sopra la media

Il calo, comunque, è generalizzato in tutto il Paese e solo la provincia autonoma di Trento rimane sopra alla media delle rilevazioni del 2018 e del 2019. La quota di studenti sotto il livello minimo cresce di più tra gli studenti socialmente svantaggiati e presumibilmente anche tra quelli immigrati. Sono il 9,5%, ovvero oltre 40mila i giovani nella fascia d’età 18-19 anni, coloro che escono dalla scuola senza competenze e impreparati.

Ricci: “Bocciare non è la soluzione”

“Sono la metà della città di Ferrara – ha fatto notare Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi –, un terzo di Modena. La bocciatura non cambia le cose, è più funzionale all’organizzazione della scuola che alle competenze. I dati dicono che anche gli studenti che hanno avuto una bocciatura, continuano ad avere esiti sensibilmente più bassi di chi non è stato bocciato, dunque la bocciatura non è la soluzione.

“La sfida credo sia cercare risposte alternative, che sono già tutte nell’ordinamento vigente, non necessitano di particolari risorse le indicazioni nazionali. Il tempo che è trascorso – ha proseguito il ricercatore – non lo recuperiamo con la bacchetta magica, ma usare questi dati può aiutare a prendere decisioni da calare nella realtà.

La tenuta della scuola primaria

Per quanto riguarda la scuola primaria, il confronto tra gli esiti delle Invalsi 2019 e quelle del 2021 restituisce un quadro sostanzialmente stabile. Da ciò ne deriva che le elementari sono riuscite ad affrontare le difficoltà della pandemia garantendo risultati pressoché uguali a quelli riscontrati due anni fa. I risultati della scuola primaria sono molto simili in tutte le regioni del Paese e difficilmente le differenze sono significative in senso statistico.

Situazione grave alle medie

Tuttavia – fanno notare i ricercatori – emergono già alcune indicazioni che possono lasciare intravedere aspetti problematici che nel ciclo secondario contribuiscono a determinare risultati molto diversi sul territorio nazionale e tra le scuole.

Stando ai risultati, alle medie gli studenti che non raggiungono risultati adeguati sono infatti il 39% in italiano (+5% rispetto al 2018 e al 2019) e il 45% in matematica (+5% rispetto al 2018 e +6% dal 2019). Va leggermente meglio la situazione in inglese: nella lettura sono il 24%, mentre nell’ascolto il 41%.

Alle superiore un calo del 10%

Negli istituti secondari di secondo grado gli studenti che non raggiungono risultati adeguati, ossia non in linea con quanto stabilito dalle indicazioni nazionali, sono in Italiano il 44% (+9% rispetto al 2019), in matematica il 51% (+9%), in inglese il 51% per il ‘reading’ di livello B2 e il 63% per il ‘listening’. Rispetto al 2019 si riscontra un calo di circa 10 punti sia in italiano sia in matematica a livello nazionale, ma con forti differenze tra le regioni.

Scuola, aumenta la dispersione

La pandemia potrebbe inoltre aver aggravato il problema della dispersione scolastica. In particolare quella implicita o nascosta, relativa cioè agli studenti che, pur non essendo dispersi in senso formale, escono però dalla scuola senza le competenze fondamentali; quindi a forte rischio di avere prospettive di inserimento nella società non molto diverse da quelle degli studenti che non hanno terminato le superiori.

Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7%, mentre oggi ha raggiunto il 9,5% e in alcune ragioni del Mezzogiorno ha superato ampiamente valori a due cifre. Come in Calabria (22,4%), Campania (20,1%), Sicilia (16,5%), Puglia (16,2%), Sardegna (15,2%), Basilicata (10,8%) e Abruzzo (10,2%).

Rapporto Invalsi 2021: le reazioni

L’esito delle prove Invalsi 2021 ha, come prevedibile, dato il via a una serie di reazioni e di preoccupazioni sul tema. A partire da quelle di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, intervenuto alla presentazione di oggi. “La partecipazione massiccia delle scuole alle rilevazioni Invalsi ci ha permesso di disporre finalmente di dati aggiornati e certi sui quali ragionare”.

Assopresidi: “Esiti che non stupiscono”

“Gli esiti, purtroppo, non ci stupiscono: era immaginabile che la pandemia avrebbe avuto una pesante ripercussione sugli apprendimenti degli studenti. Nella scuola secondaria emerge, soprattutto, la rilevante varianza tra le classi del medesimo istituto, ha detto Giannelli.

“Il fenomeno – ha spiegato – deriva anche da una evidente discrasia del sistema dovuta alla mancata revisione delle competenze degli organi collegiali, risalenti al periodo pre-autonomistico, per evitare interferenze con quelle dei dirigenti. Occorre, invece, che questi siano dotati di effettivi strumenti di intervento che garantiscano la qualità e l’inclusività della didattica. Anche la preparazione e la motivazione dei docenti sono fondamentali: è dunque necessario lavorare in modo mirato su formazione e aggiornamento in servizio”.

I commenti di Pd, Iv e Fdi

Non sono mancate reazioni anche sul piano politico. Per la deputata Chiara Gribaudo, responsabile della Missione Giovani del Partito democratico “la Dad per il prossimo anno scolastico deve essere evitata a qualsiasi costo”. Della stessa idea è anche Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, secondo cui “la Dad non può essere considerata scuola”.

Infine, le parlamentari di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti ed Ella Bucalo, rispettivamente vicepresidente della commissione Cultura e responsabile del Dipartimento istruzione e responsabile del Settore scuola del partito di Giorgia Meloni: “Il rapporto Invalsi ci offre un panorama preoccupante della nostra scuola. Le conseguenze della Dad si fanno sentire pesantemente”.

“Fratelli d’Italia da tempo denuncia il fatto che la Dad avrebbe ulteriormente peggiorato il quadro già di per sé preoccupante. Ricordiamo al ministro Bianchi, che propone la scuola ‘affettuosa’, che per recuperare questa situazione ci vuole soprattutto una scuola che con serietà insista sull’insegnamento delle conoscenze, hanno concluso.

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