Scuola, alle elementari tornano le valutazioni da “ottimo” in giù. Il parere degli esperti

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha dichiarato che a partire dal prossimo anno scolastico ci saranno modifiche significative nelle modalità di valutazione degli studenti della scuola elementare. Queste riguardano principalmente la chiarezza e la comprensibilità delle formule utilizzate nelle pagelle. Saranno quindi sostituite quelle ritenute complesse e poco trasparenti introdotte di recente.

Le novità proposte sono state confermate attraverso un emendamento al disegno di legge sulla revisione del sistema di valutazione della condotta scolastica. Attualmente questa è in fase di discussione presso la Settima Commissione del Senato. Si prevede che il provvedimento, con l’inclusione di questo emendamento proposto dal governo, otterrà il via libera per l’iter parlamentare nelle prossime settimane.

Bambino con foglio e matita
Bambino con foglio e matita | Pixabay @Tho-Ge – newsby.it

L’obiettivo della riforma

L’obiettivo principale di questa riforma è quello di semplificare i giudizi riguardanti il livello di apprendimento degli studenti, che in precedenza sono stati giudicati poco chiari e di difficile interpretazione. Inoltre, si sta valutando l’introduzione di un nuovo giudizio, il “gravemente insufficiente”, al fine di fornire una valutazione ancora più dettagliata delle capacità degli studenti.

Nonostante i cambiamenti proposti, il Ministro Valditara ha chiarito che l’intenzione non è quella di tornare ai sistemi di valutazione utilizzati in passato, bensì di adottare un approccio più tradizionale basato su una scala di valutazione sintetica. Questa scala prevede i seguenti giudizi: insufficiente, sufficiente, discreto, buono e ottimo, come già utilizzato negli anni Settanta.

Giuseppe Valditara
Giuseppe Valditara | ansa – newsby.it

Le altre novità

Nel 2020, invece, era stata adottata una sperimentazione che ha previsto l’utilizzo di livelli di apprendimento per i giudizi: avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione, modalità ritenuta però di difficile lettura. Altre modifiche riguardano l’espressione dei voti in decimi durante il primo e il secondo quadrimestre (o trimestre e pentamestre, a seconda delle scelte degli istituti). Questo nuovo approccio mira a garantire una maggiore coerenza nella valutazione degli studenti.

Durante una visita ad Alghero, in Sardegna, il Ministro Valditara ha sottolineato l’importanza degli investimenti per contrastare l’abbandono scolastico. Valditara ha inoltre ribadito l’impegno del governo nel creare le condizioni necessarie affinché tutti gli studenti possano avere successo nel loro percorso formativo.

Il parere degli psicologi

Ma la questione dei voti è fortemente dibattuta anche tra esperti e psicologi. Attraverso il sito dell’Ordine degli Psicologi Fabrizio Butera, docente di Psicologia Sociale presso l’Università di Losanna, Svizzera, ha evidenziato gli effetti negativi dell’uso dei voti sull’apprendimento degli studenti. “I voti riducono la motivazione intrinseca – sottolinea l’esperto -. Una serie di esperimenti mostra che il lavoro scolastico valutato con i voti, piuttosto che senza, riduce il piacere, l’interesse e l’impegno a lungo termine. Questo perché gli allievi si sentono meno autonomi. I voti aumentano la paura dell’insuccesso rispetto alla loro assenza o all’uso della valutazione formativa, quella che informa sul modo di migliorare il proprio lavoro”

“Numerosi risultati sperimentali evidenziano che i voti portano a temere la valutazione – continua Butera -, il che ha un impatto negativo sui risultati scolastici.  I voti riducono le competenze trasversali, come la capacità di tenere  conto delle informazioni degli altri, di condividere le informazioni e di coordinarsi nel lavoro di gruppo. Usare i voti ha un impatto anche sui valutatori, sotto forma di stimolo a riprodurre le disguaglianze sociali già esistenti” conclude Butera.

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