Sciopero, disagi in tutta Italia:
i motivi dell’agitazione dei Cobas

[scJWP IdVideo=”feWrW8QQ-Waf8YzTy”]

Mattinata di agitazione in diversi settori, su tutto il territorio nazionale, per lo sciopero generale indetto dai sindacati Si Cobas e Slai Cobas. Quella dei Comitati di base è una protesta figlia di un periodo storico-economico difficile, con la crisi sanitaria dovuta alla pandemia di coronavirus che si è trasformata nel giro di un anno crisi economico-sociale. Le manifestazioni, come comunicato dai sindacati, si svolgono nelle principali città d’Italia, tra cui Roma, Napoli, Milano e Torino. Le proteste coinvolgono numerosi settori come scuola, sanità, trasporti ferroviari e uffici pubblici.

Miur blindato, gli studenti protestano in tutta Italia

[scJWP IdVideo=”nw2185TX-Waf8YzTy”]

Grande partecipazione allo sciopero soprattutto da parte del mondo della scuola, uno dei settori maggiormente in difficoltà dal punto di vista organizzativo in tempo di pandemia. A Roma, la manifestazione è partita dalla stazione Piramide, nel quartiere Ostiense, e si è snodata per le vie del Testaccio fino alla sede del Miur, blindata dalle forze dell’ordine per evitare disordini. “Non vogliamo essere strumentalizzati dalla Azzolina, anche noi vogliamo entrare ma non a queste condizioni. Vogliamo una scuola sicura, investimenti nei trasporti, rifiutiamo la Dad hanno raccontato i partecipanti.

[scJWP IdVideo=”92HOAdYO-Waf8YzTy”]

“Siamo qui perché tornati a scuola ci siamo resi conto che nulla era cambiato. Classi pollaio, trasporti pubblici sovraffollati, questo per noi non è accettabile”, hanno spiegato gli studenti dell’Istituto dei Salesiani di Sesto San Giovanni, che hanno manifestato a Milano. “Chiediamo un rientro vero ma soprattutto in sicurezza per le scuole e per i diritti dei lavoratori che operano nel settore” ha aggiunto Riccardo Sala, rappresentante del Fronte della gioventù comunista del capoluogo lombardo.

[scJWP IdVideo=”9x8qMjFm-Waf8YzTy”]

A Torino, gli studenti si sono ritrovati in Piazza Solferino, prima di andare verso la sede regionale del Miur. “C’è stata questa politica del 50% che non ha risolto il problema del Covid – hanno dichiarato i rappresentanti del Si Cobas piemontese -. Oggi è sciopero generale nazionale in tutta Italia, siamo uniti per dire che la crisi non va pagata dai lavoratori ma dai padroni. Non bastano le vaccinazioni, deve cambiare il sistema economico. Renzi o Conte? non ci interessa”.

A Napoli i manifestanti bloccano il porto

[scJWP IdVideo=”8Odfzt4Y-Waf8YzTy”]

A Napoli il corteo organizzato dal Si Cobas ha bloccato il porto dalle 7.30 della mattina di venerdì. Numerosi i disagi ai mezzi in entrata e in uscita dallo scalo marittimo del capoluogo campano. Hanno partecipato al corteo un nutrito gruppo di lavoratori, al quale si è unita una rappresentanza di circa 300 disoccupati.

A Roma sono sono due le iniziative, che riguardano in particolare i settori di scuola e logistica. I manifestanti sfileranno in corteo nelle principali vie della Capitale. A Milano, invece, l’agitazione inizia oggi ma è prevista per sabato 30 una manifestazione statica, in Piazza Duomo.

Sciopero generale, cosa chiedono i Cobas

Attraverso una nota ufficiale, il Si Cobas ha chiarito le ragioni dell’agitazione a livello nazionale. Dal punto di vista economico, i Comitati di base chiedono l’introduzione di una legge patrimoniale che consenta allo Stato di recuperare fondi per fronteggiare l’impatto della crisi, il rinnovo dei contratti collettivi (CCNL) scaduti e un piano che consenta di conciliare il lavoro domestico e quello extra domestico in tempi di pandemia.

Dai Cobas, inoltre, arriva anche il secco ‘no’ ai licenziamenti di massa, oltre alle richieste di riforma della Cassa integrazione e di ripristino del testo originario dell’articolo 18. Tra le richieste c’è anche quella del salario medio garantito per disoccupati, precari e cassintegrati.

Chieste anche assunzioni di personale nei settori della sanità e della scuola, oltre al blocco immediato di mutui, affitti e bollette per disoccupati e cassintegrati. Dal punto di vista politico, i sindacati coinvolti nelle manifestazioni odierne chiedono l’abrogazione dei decreti sicurezza approvati durante il Governo Conte I, la chiusura immediata dei CPR per i migranti e il taglio a spese militari e a grandi opere come Tav, Tap e Muos che, a loro dire, sarebbero “inutili e dannose”.

Impostazioni privacy