Saman Abbas, arrestato lo zio a Parigi: per gli investigatori è il killer

Arrestato a Parigi, in una zona periferica della capitale francese, Danish Hasnain. Si tratta dello zio di Saman Abbas, sul quale pendeva un mandato di arresto europeo. Come spiega l’Ansa, il pachistano è stato bloccato dalla polizia francese che lo ha rintracciato grazie alla collaborazione con i Carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia.

Chi è Danish Hasnain

Danish Hasnain rientra nell’elenco dei cinque parenti di Saman Abbas indagati per l’omicidio della giovane. La 18enne si era ribellata a un matrimonio combinato dalla famiglia. Era quindi scomparsa il 30 aprile da Novellara, il Comune in provincia di Reggio Emilia dove risiedeva. L’uomo è stato riconosciuto grazie ad alcuni dettagli del suo viso, a partire da un neo. Era senza documenti.

L’uomo, secondo gli investigatori di Reggio Emilia, sarebbe l’esecutore materiale dell’omicidio di Saman Abbas. Si trovava in un appartamento dei sobborghi di Parigi con alcuni connazionali estranei al delitto. Secondo le ricostruzioni rilanciate dall’Ansa è stato tradito anche dall’utilizzo di alcuni profili social, nonostante le utenze non fossero a lui riconducibili.

L’omicidio di Saman Abbas

L’uomo, 33 anni, era il principale accusato dell’omicidio dopo la deposizione del fratello sedicenne di Saman Abbas, il cui verbale è stato riassunto dalla ‘Gazzetta di Reggio’. Qui si descrive zio Danish come un uomo violento e temuto da tutti in famiglia. A lui si era affidato proprio il padre della giovane, per portarla (si fa per dire) a più miti consigli dopo il no al matrimonio combinato. Al rientro a casa dello zio, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, il 16enne avrebbe quindi intuito l’accaduto.

Secondo il fratello di Saman Abbas, il padre si sarebbe sentito male appena intuito il destino della figlia (“Ha iniziato a piangere. Stava quasi per svenire per mia sorella“, ha spiegato il figlio più piccolo). Il ragazzo suppose subito che lo zio si fosse macchiato di omicidio, dato che al rientro a casa non aveva più oggetti con sé. “Secondo me l’ha uccisa strangolandola. Anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano“, ipotizzò.

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