Covid, quando arriva il picco dei contagi? Gli esperti sono (ancora) divisi

A fronte di questa nuova ondata di casi da Covid-19 in Italia la domanda più gettonata resta la seguente: quando arriverà il picco dei contagi? Difficile dare una risposta, visto che gli esperti – per l’ennesima volta dall’inizio della pandemia – sono divisi.

Le previsioni degli appartenenti alla comunità scientifica, infatti, spesso non coincidono fra loro. Basti pensare che, già a metà dicembre, con l’arrivo della variante Omicron in Italia, gli scienziati esprimevano pareri diversi circa il punto più alto della curva dei contagi.

Covid, quando arriva il picco?

Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, il 17 dicembre ad esempio sosteneva che “è probabile che il picco sia molto vicino”. La diffusione della variante Omicron, alla fine, ha smentito questa ipotesi.

A fine dicembre, era stato invece Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, a ipotizzare un picco attorno alla metà di gennaio, dopo la riapertura delle scuole, parlando di circa 150mila casi al giorno. In realtà, come sappiamo, l’ordine di grandezza dei contagi è attualmente ben più grande e il picco difficilmente sarà raggiunto da qui a pochi giorni.

Tanto che il 5 gennaio, a margine di un convegno Anpas ha aggiustato il tiro parlando di 200mila casi giornalieri e un picco “verso la fine del mese”. Cinque giorni più tardi, Pregliasco ha affermato che ci si sta avvicinando alla soglia dei 300mila contagi. Il virologo ha quindi detto che non avrebbe riaperto le scuole in un momento così delicato e ha ipotizzato l’introduzione di “lockdown mirati”.

Il dubbio delle reinfezioni con Omicron

A rendere ardua l’analisi di questa nuova ondata di Covid in Italia bisogna poi considerare altri fattori. Come ad esempio il tasso delle reinfezioni, vale a dire quei soggetti contagiati per due volte, prima dalla variante Delta e poi dalla Omicron. Lo scenario è dunque così imprevedibile da rendere complicato per gli scienziati fare previsioni certe. Massimo Galli, ex primario di Malattie infettive del Sacco di Milano, a inizio gennaio, si è limitato ad augurarsi che il picco arrivi entro la fine del mese in corso.

C’è poi chi ha provato ad abbozzare una previsione paragonando lo scenario italiano con quello tedesco. Clelia Di Serio, ordinario di Statistica medica all’Università Vita-Salute San Raffaele, l’8 gennaio ha stimato che il picco possa arrivare nella seconda metà di gennaio, visto il ritardo di circa un mese rispetto alla Germania. Simile la posizione del matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del calcolo Picone del Consiglio nazionale delle ricerche.

Gli scenari (anche) dall’estero

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Anche all’estero hanno provato ad analizzare la situazione epidemiologica del Covid in Italia. Lo ha fatto l’Ihme, l’Institute for Health Metrics and Evalution dell’Università di Washington, che ha previsto scenari complessi per il nostro Paese. E cioè un picco dei contagi il 28 gennaio e quello dei decessi il 17 febbraio, con una stima di un numero di morti compreso fra 343 e 576 al giorno.

Oggi, 10 gennaio, ha individuato come target la “seconda decade di gennaio” anche Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. La stima arriva dall’osservazione di ciò che è accaduto negli altri paesi, Regno Unito in primis perché per primo ha avuto esperienza di un grande numero di contagi ha commentato –. Fra la seconda e la terza decade di gennaio dovremmo iniziare a vedere la discesa”.

A dire la sua sulla questione è stato anche Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto per le Malattie infettive dello Spallanzani di Roma. Sempre oggi, ha dichiarato di non poterlo prevedere con certezza, ma ha ipotizzato che “il picco lo avremo adesso tra fine gennaio e la prima decade di febbraio”. Mentre Alessio D’Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio, oggi ha stimato l’arrivo del picco entro la terza settimana di gennaio.

Verso quota 300mila casi al giorno

Infine, sulla questione si è espresso anche Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute. Parlando dei contagi, ha detto che questi potrebbero sfondare quota 300mila. E il picco? “Il picco non lo abbiamo ancora raggiunto – ha chiosato –. Lo si può raggiungere solo se in qualche modo ci si attrezza. Le misure stanno entrando in vigore, ma non sono secondo me sufficienti per invertire rapidamente il picco che continuerà a essere spostato nel tempo, probabilmente a fine gennaio, inizio febbraio”.

“Difficile dire quali numeri rischiamo, però se prevale Omicron c’è un raddoppio di casi ogni 3-4 giorni. Nei primi dieci giorni di gennaio abbiamo avuto più di un milione di casi. C’è stato un raddoppio rispetto a prima, è chiaro che se non invertiamo la curva epidemica questi raddoppi si susseguiranno – ha concluso –. Corriamo il rischio di avere centinaia di migliaia di casi al giorno”. Insomma, le variabili in campo sono tante; altrettante le incertezze.

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