Nelle ore precedenti aveva parlato anche la sua ministra degli Esteri, Annalena Baerbock: l’esponente del governo Scholz in quota Verdi ha affermato di non capire la posizione del Pontefice: “Non lo capisco. Credo che alcune cose si possano capire solo vedendole di persona”, ha detto durante un suo intervento in un talk show dell’emittente tedesca Ard ricordando i viaggi delle cancellerie europee nel Paese invaso da Vladimir Putin e raccontando che quando parla con i bambini ucraini colpiti dalla guerra si chiede: “Dov’è il Papa? Il Papa deve sapere queste cose”.

La capa della diplomazia di Berlino ha poi aggiunto che il governo tedesco cerca “ogni giorno di porre fine a questo terribile dramma e vediamo ogni giorno che si stanno escogitando cose ancora peggiori”.

Intanto si è mossa ufficialmente anche l’Ucraina: il ministero degli Esteri di Kiev ha convocato il nunzio apostolico nella capitale, Visvaldas Kulbokas, informandolo che l’Ucraina “è rimasta delusa dalle parole del Pontefice sulla bandiera bianca e sulla necessità di ‘mostrare coraggio e negoziare con l’aggressore”, si legge nella nota, “il ministero degli Affari esteri ha osservato che, invece di appelli che legalizzano il diritto dei forti e li incoraggiano a ignorare ulteriormente il diritto internazionale, il capo della Santa Sede avrebbe dovuto inviare segnali alla comunità internazionale sulla necessità di unire immediatamente le forze per assicurare la vittoria del bene sul male, oltre a fare appello all’aggressore, non alla vittima”.