Milano, protesta specializzandi sotto sede Regione Lombardia

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Sono centinaia gli specializzandi in medicina, arrivati da tutte le Università della Lombardia, radunati sotto il palazzo della Regione, a Milano, per chiedere gli stessi diritti degli altri operatori sanitari, impegnati in questi mesi di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19. Le loro storie sono tutte simili: sono stati richiamati in prima linea, chi nei pronto soccorso, chi nei reparti, e si sono impegnati da subito nella lotta al Coronavirus.
“Sono stato impiegato nel pronto soccorso di Pavia”, racconta uno specializzando, “ero io a contatto da subito con i malati, con i vivi e con i morti. Era inevitabile ammalarsi”, aggiunge una ragazza, “ora però siamo qui per chiedere un riconoscimento. Noi siamo studenti, abbiamo lasciato le Università per dare il nostro contributo. Anche economicamente, vogliamo le stesse garanzie degli altro operatori sanitari”.

Milano, manifestanti: “Noi siamo medici di serie B”

“Noi siamo medici di serie B” e “Specializzandi, medici sempre non solo quando serve” sono solo due delle numerose scritte riportate nei diversi cartelli esposti dagli specializzando scesi in piazza a Milano, che hanno manifestato distanziati, indossando camici e mascherine.
“Sono una specializzanda e lavoro in un ospedale lombardo. Sono risultata positiva al coronavirus e sono rimasta positiva per 58 giorni. La mia borsa di studio è stata sospesa. Questo ha portato a delle ripercussioni sia sulla mia professione sia sul mio stipendio”, racconta una manifestante.

Specializzandi: “Ci siamo impegnati in prima linea senza mai lamentarci”

“Nessuno di noi si è mai tirato indietro. Abbiamo dato tanto nel periodo di emergenza per l’intero Paese. Ed è giusto così. Ci siamo impegnati in prima linea senza mai lamentarci”, testimonia un giovane medico.
E ancora: “Ci siamo trovati in una condizione catastrofica. Abbiamo lavorato senza pause con turni estenuanti senza strutturati a cui fare riferimento. Oggi ci troviamo nella stessa posizione. Con gli strutturati poco presenti e con noi lasciati da soli a fare un lavoro che è ingrato anche a chi a più esperienza di noi”, aggiunge un manifestante sceso in piazza a Milano.

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