La Molisana, ANPI assicura: “Pasta fascista? Storia parla per loro”

Si continua a discutere per l’incidente diplomatico scatenato da La Molisana, pastificio di Campobasso che per celebrare la sua lunga storia ha dato vita a una campagna pubblicitaria che qualcuno ha definito “nostalgica“. Importante si rivela quindi la presa di posizione dell’ANPI, che ha voluto scagionare l’azienda da ogni accusa.

Caso ‘La Molisana’: parla l’ANPI

L’associazione nazionale dei partigiani è intervenuta sulla vicenda tramite Michele Petraroia, dal 19 febbraio 2016 vice presidente dell’ANPI Molise. “Per chi conosce la storia della famiglia titolare del Pastificio ‘La Molisana’ – ha dichiarato all’Ansa non possono sorgere incomprensioni su un tema così delicato. I nazifascisti ritirandosi da Campobasso distrussero la loro azienda“. Ma non è tutto, perché secondo Petraroia “nel dopoguerra, come spesso ricordava l’onorevole Alfredo Marraffini del Pci, il capostipite della famiglia Ferro partecipava alle sottoscrizioni della Festa de L’Unità“.

Il dirigente dell’ANPI, detto questo, non ritiene comunque necessariamente chiusa la vicenda. “In tutti i casi è opportuno che ‘La Molisana’ chiarisca, se necessario anche in modo più fermo, la propria totale estraneità ad ogni riferimento col fascismo“, è infatti il suo consiglio al pastificio.

Il “pasticciaccio” di Abissine e Tripoline

Il problema era nato da una nuova campagna di comunicazione che La Molisana aveva lanciato in questi giorni, con lo scopo di ripercorrere la propria storia nata nel 1912. Parlando degli anni ’30, la descrizione di alcuni prodotti richiamava però all’epoca dell’Italia fascista e colonialista. In particolare nell’occhio del ciclone erano finite le “Tripoline” e le “Abissine Rigate“.

Il nome evoca luoghi lontani, esotici ed ha un sapore coloniale“, era la descrizione del primo prodotto. Ancora più criticata la seconda: “Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in ‘shells’, ovvero conchiglie“. La Molisana aveva prontamente eliminato tali descrizioni dal proprio sito e spiegato l’accaduto a ‘Repubblica’. “Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non controllare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione. Ribadisco che non c’è alcun sentimento di celebrare quel periodo storico“, aveva spiegato Rossella Ferro, responsabile marketing dell’azienda.

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