Kenzaburo Oe, chi era il premio Nobel per la Letteratura morto a 88 anni

Premio Nobel per la Letteratura, icona del progressismo e dell’anticonformismo giapponese, attivista contro il nucleare, è morto all’età di 88 anni Kenzaburo Oe, ultimo grande scrittore giapponese della generazione sopravvissuta alla bomba atomica. Lo ha annunciato oggi, lunedì 13 marzo, l’editore giapponese Kodansha Ltd. “Il Premio Nobel per la letteratura nel 1994 è morto di vecchiaia nelle prime ore del 3 marzo“, ha riferito l’editore in una nota, spiegando che i suoi funerali sono già stati celebrati dalla famiglia. Ecco chi era Kenzaburo Oe, romanziere che ha raccontato il Giappone moderno e che ha sfidato il conformismo della società attuale.

Kenzaburo Oe
Foto | Ansa

Premio Nobel giapponese nel 1994

Noto anche per aver sostenuto la Costituzione pacifista e per le battaglie contro l’energia nucleare, Kenzaburo Oe era una delle principali voci liberali in Giappone. Nato il 31 gennaio 1935 in un villaggio dell’isola di Shikoku, ha vissuto da bambino il crollo dell’impero giapponese, fatto che ritroviamo in tutti i suoi scritti e nell’impegno civile che lo ha sempre animato. Negli anni ’70 ha guidato il movimento per chiedere l’eliminazione delle centrali nucleari, sulla scia del disastro nucleare di Fukushima Daiichi, innescato dal terremoto e dallo tsunami del 2011. “Ripetere l’errore mostrando, attraverso la costruzione di reattori nucleari, la stessa mancanza di rispetto per la vita umana è il peggior tradimento possibile della memoria delle vittime di Hiroshima“, aveva scritto in un articolo per la rivista statunitense The New Yorker, 10 giorni dopo il disastro.
Premiato nel 1994, è stato il secondo scrittore giapponese a vincere il Nobel dopo Yasunari Kawabata, grazie alla forza poetica della sua narrativa, che “crea un mondo immaginario dove la vita e il mito si condensano per formare un’immagine sconcertante della situazione umana di oggi“.

Successo con “Il grido silenzioso”

L’Italia aveva cominciato a conoscerlo solo un anno prima, quando a Palermo aveva vinto il Premio Mondello, nonostante la sua ampia formazione europea. Si era laureato in letteratura francese all’Università di Tokio con una tesi su Sartre.
I suoi primi romanzi risalgono agli anni ’50, ma il suo romanzo più celebre è datato 1964: “Il grido silenzioso” (1964, edito in Italia da Garzanti) che racconta il suo rapporto con il figlio Hikari, nato nel 1963 con una gravissima lesione cerebrale. A questo romanzo, che lo ha reso famoso nel mondo, sono seguiti titoli come “Insegnaci a superare la nostra pazzia”, “Gli anni della nostalgia”, “L’eco del paradiso”, “La vergine eterna”. In “La foresta d’acqua”, l’ultimo romanzo tradotto in Italia, nel 2019, Oe ha invece mescolato autobiografia, fiction e una riflessione acuta sulla forza del racconto.

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