Italia, la natalità è al minimo storico secondo i dati Istat

L’Italia non ha nulla di che sorridere leggendo gli ultimi dati divulgati dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) e riguardanti il tasso demografico della Nazione.

Le nascite sono, infatti, al minimo storico, mentre resta alto il numero dei decessi.

Una tendenza in continua crescita negli ultimi anni e che sta rendendo l’Italia un Paese sempre più vecchio e orientato più al passato che al futuro.

Un campanello d’allarme già troppo a lungo ignorato.

Sempre meno nascite

Secondo quanto divulgato oggi dall’Istat in un comunicato stampa, il tasso di natalità in Italia ha raggiunto il minimo storico.

Per la prima volta dall’Unità di Italia, ovvero dal 1861, le nascite nel Belpaese sono calate sotto la soglia delle 400.000 unità, attestandosi a quota 393.000.

Un dato che riguarda il 2022 e che deve destare grande preoccupazione, visto che è da parecchi anni ormai che ci si confronta con una costante diminuzione del tasso di natalità.

È, infatti, dal 2008 che non si registra un aumento nelle nascite. Il calo è stato di circa 184.000 nati, di cui circa 27.000 solamente dal 2019 in poi.

Un trend le cui cause sono molteplici.

Bandiera dell'Italia che sventola nel cielo
Foto | Pexels @JÉSHOOTS

Perché l’Italia fa meno figli

Una delle cause alla base della continua diminuzione del tasso di natalità in Italia risiede, ovviamente, nella decisione da parte di molte coppie di non avere figli.

Una scelta che, talvolta, viene presa sulla base di opinioni di vita personali, ma che in altre occasioni è indotta dal senso di insicurezza con cui molte persone sono costrette a convivere.

Sono parecchie le coppie che non si sentono, infatti, abbastanza supportate da Stato e Istituzioni e che non credono di poter provvedere economicamente al mantenimento di un figlio.

Altra concausa alla base di un tasso di natalità così basso è il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età considerate convenzionalmente riproduttive, ovvero dai 15 ai 49 anni.

Aspetti che, secondo l’Istat, sfocerebbero in una progressiva diminuzione dei livelli riproduttivi. Nel 2022 è, infatti, ripreso il calo dell’indicatore congiunturale di fecondità, il cui valore si è attestato a 1,24.

Un livello che non si registrava dal 2020 e che indica come sempre più coppie decidano di avere soltanto un figlio.

Una tendenza registrata sia nel Nord che nel Centro dell’Italia, dove i valori sono rispettivamente quelli di 1,26 e 1,16.

A fornire un dato in miglioramento è, invece, il Sud, dove il numero medio di figli per donna si attesta a 1,26.

Primo piano sui piedini di un neonato
Foto | Pexels @ReneAsmussen

Popolazione vecchia

Un tasso di natalità estremamente basso porta come naturale conseguenza la formazione di una popolazione più vecchia.

Negli ultimi 20 anni, il numero degli ultracentenari in Italia è triplicato, fino ad arrivare ai 22.000 registrati il 1° gennaio 2023.

Un italiano su quattro ha più di 65 anni d’età.

Un dato che indica come il processo di invecchiamento dell’intera popolazione sia proseguito negli ultimi anni, nonostante il tasso di mortalità sia rimasto elevato: oltre 12 decessi ogni 1.000 abitanti nel 2022.

L’età media dell’Italia è salita da 45,7 anni a 46,4 anni, tra l’inizio del 2020 e quello del 2023.

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