Italia, ingressi con tampone: cosa si nasconde dietro il cambio direzione

Oltre a prorogare lo stato di emergenza fino a marzo 2022, il governo ha deciso di introdurre una nuova stretta agli ingressi in Italia. A volere il cambio di direzione sono stati soprattutto i ministri della Salute e degli Esteri, Roberto Speranza e Luigi di Maio. Per l’ingresso in Italia dai Paesi europei sarà, dunque, necessario un test molecolare per mezzo di tampone effettuato nelle 48 ore prima dell’ingresso nel territorio nazionale o un test antigenico nelle 24 ore antecedenti all’ingresso in Italia. Ma quale ragione si nasconde dietro questa inaspettata stretta voluta dal governo?

Tampone all’ingresso: a chi si rivolge

L’ordinanza ministeriale cambia le regole per i viaggiatori che nei 14 giorni precedenti hanno soggiornato o transitato in altri Paesi europei. In vigore da subito, la misura riguarda anche tutti gli italiani che studiano o lavorano all’estero e torneranno in patria per le vacanze di Natale. Infatti, se fino ad ora, per entrare nel Paese, bastava mostrare il Green Pass, da domani 16 dicembre non sarà più sufficiente. Fino al 31 gennaio anche chi è in possesso del certificato verde da vaccino o malattia dovrà comunque fare il tampone prima di partire. Nella nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute è, infatti, previsto “obbligo del test negativo in partenza per tutti gli arrivi dai Paesi dell’Unione Europea“. “Per i non vaccinati, oltre al test negativo, “prevista la quarantena di 5 giorni“, si precisa.

Come funziona esattamente la procedura

Per quanto riguarda la procedura da osservare, i viaggiatori dovranno esibire all’imbarco la certificazione di un test molecolare negativo, eseguito nelle 48 ore precedenti, oppure un test antigenico negativo, eseguito nelle 24 ore antecedenti all’ingresso in Itali. Inoltre “sono prorogate le misure già previste per gli arrivi dai Paesi extraeuropei” stabilisce l’ordinanza. Quindi, chi non ha ricevuto il vaccino, oltre ad effettuare il test, sarà obbligato a stare in quarantena per 5 giorni all’arrivo. Unica eccezione riguarda i bambini sotto i 12 anni i cui genitori sono vaccinati, che non dovranno sottoporsi all’isolamento anche se non sono vaccinati.

La stretta desta perplessità in UE

Il divieto di ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Malawi, Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia ed Eswatini, è invece prorogato fino alla data di cessazione dello stato di emergenza, quindi non oltre il 31 gennaio 2022. Ma il cambio di direzione del governo italiano desta perplessità in UE. La vicepresidente della Commissione Europea Vera Jourova ha risposto che il Green Pass “non è morto, è uno dei progetti Ue più di successo. Quando la Commissione ha proposto il regolamento volevamo mantenere il principio di libertà di viaggio, a patto che i viaggiatori fossero vaccinati, con un test negativo o guariti dal Covid-19“. Gli Stati “hanno voluto mantenere una porta aperta“, per introdurre ulteriori restrizioni, “che devono essere giustificate“.

A cosa è dovuta questa misura

Dietro la decisione del governo di varare un’ulteriore stretta agli arrivi in Italia, è stato un report specifico. Si tratta di un “flash-survey” eseguito dall’Istituto superiore di sanità per capire quanto velocemente si stia diffondendo la variante Omicron nel Paese. Attualmente, la circolazione del nuovo virus è al momento poco sotto l’1%. Ma i casi sono cresciuti in pochi giorni in modo esponenziale. “Fino all’altro ieri, infatti, ne erano stati censiti una trentina in totale, adesso oltre cento in un giorno” si legge su La Repubblica. “Per questo, non c’è tempo da perdere. E per questa ragione, il governo andrà dritto con le nuove regole decise dal ministero della Salute. Facendo però attenzione a non entrare mai in polemica con la Commissione“.

 

 

 

 

 

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