Incidente sulla A14, morto l’atleta paralimpico Andrea Silvestrone: chi era

Nell’incidente mortale nella galleria Castello di Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno (nelle Marche), della A14 sono morte tre persone. Un padre e due figli minorenni, e un terzo figlio adolescente rimasto invece ferito. Da quanto ricostruito, nei pressi di un cantiere segnalato si sono scontrate un’auto a noleggio, proveniente dall’Abruzzo, su cui viaggiavano le vittime e il terzo figlio, e un tir il cui conducente è rimasto illeso. Le vittime sono Andrea Silvestrone, atleta paralimpico di Montesilvano, nel Pescarese, giocatore di tennis in carrozzina, e due dei suoi tre figli minorenni (una ragazza e un bimbo). Il terzo figlio adolescente, invece, è rimasto ferito ed è stato trasportato all’ospedale di Torrette di Ancona.

Carabinieri
@Foto Pixabay | @oltreme

Chi era Andrea Silvestrone

“Una famiglia distrutta, un dolore immenso”, sono state le parole, rilasciate all’agenzia stampa Adnkronos, di Pierpaolo Addesi, c.t. della Nazionale di ciclismo paralimpico, riguardo al terribile incidente avvenuto sull’A14. “Lui era sulla carrozzella per la malattia che l’affliggeva ma lottava ogni giorno, anche per i suoi bambini. Era un combattente e appassionato di tennis, la sua specialità”. E ancora: “Ci eravamo conosciuti qualche anno fa nel campus per disabili organizzato ogni anno dal Rotary Club Abruzzo e Molise che si svolge a Roseto degli Abruzzi ed avevamo stretto amicizia. È straziante quanto accaduto, non riusciamo a crederci”. Andrea Silvestrone era costretto sulla sedia a rotelle a causa della sclerosi multipla, ma non si era dato per vinto. Anzi, era diventato un campione di tennis.

Auto dei carabinieri
Foto Pixabay | @djedj

Il racconto della moglie

Barbara Carota ha perso il marito e due dei suoi figli, Nicole e Brando. Con Diego aggrappato alla vita: “Aspetto notizie. Prego e spero. Mi resta solo lui, adesso vivrò per lui”. Andrea aveva la sclerosi multipla da quando aveva 33 anni: “Barbara mi ha scelto conoscendo la mia condizione”, ribadiva spesso. Non si era fermato dopo che i medici gli avevano detto quelle due parole, anche quando, anni dopo, arrivò quel mezzo per aiutarlo a muoversi, diventando anche un campione di sport. Era arrivato a essere il numero 29 del ranking mondiale e per qualche settimana anche il numero 1 in Italia della sua categoria, quad, cioè coloro che hanno problemi di movimento a tutti gli arti. All’inizio del 2019 si ritrovò completamente paralizzato: “Per due mesi muovevo solo la testa e a volte facevo fatica anche con gli occhi. Deglutivo e respiravo male. Poi mi ripresi, con lentezza”, raccontò. Andrea Silvestrone era esuberante, solare, generoso. Impegnato nel sociale, specie per i diritti di chi aveva disabilità.

Impostazioni privacy