In Italia ci sono 1,3 milioni di minori in povertà assoluta, dice l’Istat

Cresce la povertà assoluta al Sud e aumenta la percentuale di adolescenti italiani in cattive condizioni di salute mentale. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dalla nona edizione del Bes, il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile dell’Istat, l’Istituto nazionale di statistica.

Il documento evidenzia in particolar modo le condizioni di vita della popolazione italiana alle prese con i postumi del Covid-19. Molti divari si sono mantenuti – rileva l’ente statistico – o addirittura allargati: dalla speranza di vita alla nascita, che recupera in buona parte al Nord nel 2021 ma diminuisce ancora nel Mezzogiorno, alla mortalità evitabile, che resta più elevata in molte regioni del Sud; dalla spesa dei comuni per la cultura, per la quale il divario è nettamente a vantaggio del Centro-Nord, all’impatto degli incendi boschivi e dell’abusivismo”. Vediamo quali sono i punti salienti dell’indagine.

Istat: raddoppiano gli adolescenti insoddisfatti della vita

I dati più allarmanti riguardano i giovani italiani. Basti pensare che il totale dei minori in povertà assoluta nel 2021 è pari a 1 milione e 384mila unità. L’incidenza si conferma elevata, al 14,2%, stabile rispetto al 2020, ma maggiore di quasi tre punti percentuali rispetto al 2019 (11,4%). L’Istat rileva poi che, pur in uno scenario economico mutato, la povertà assoluta si mantiene stabile e riguarda più di 5,5 milioni di individui (9,4%).

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Foto | Istat

Il Nord recupera parzialmente il forte incremento nella povertà assoluta osservato nel primo anno di pandemia, anche se non torna ai livelli osservati nel 2019; mentre nel 2021 nel Mezzogiorno le persone povere sono in crescita di quasi 196mila unità. Si confermano quindi incidenze di povertà più elevate e in aumento, arrivando al 12,1% per gli individui (nel 2020 si attestava all’11,1%). Infine, il Centro presenta il valore più basso, nonostante un aumento dell’incidenza tra gli individui dal 6,6% del 2020 al 7,3% del 2021.

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Secondo l’Istat, inoltre, nel nostro Paese è raddoppiata la percentuale di adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale. Nel 2019 erano infatti il 3,2% del totale; mentre nel 2021 il 6,2%. “Si tratta di circa 220mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico”, commenta il presidente dell’Istituto, Gian Carlo Blangiardo, nella presentazione del rapporto.

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“D’altra parte, gli stessi fenomeni di bullismo, violenza e vandalismo a opera di giovanissimi, che negli ultimi mesi hanno occupato le cronache, sono manifestazioni estreme di una sofferenza e di una irrequietezza diffuse e forse non transitorie”, aggiunge. In questo stesso gruppo di età, la sedentarietà è passata dal 18,6 al 20,9%. E nei 14-17enni si osservano quote elevate di consumatori di alcol a rischio (23,6%). Ed è diminuita “in modo tangibile” anche la soddisfazione per le relazioni con gli amici.

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In definitiva, le condizioni di benessere psicologico dei ragazzi italiani dai 14 ai 19 anni, nel 2021, sono peggiorate. Il punteggio di questa fascia di età è sceso a 66,6 su 100 per le ragazze (-4,6 punti rispetto al 2020) e 74,1 per i ragazzi (-2,4 punti rispetto al 2020). Durante la pandemia proprio i giovani di questa fascia d’età sono gli unici ad aver conosciuto un “deterioramento significativo della soddisfazione per la vita, con la percentuale di molto soddisfatti che è passata dal 56,9% del 2019 al 52,3% del 2021”, conclude l’Istat.

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