Salute mentale, qualcosa si muove: Stato non investe, Regione Lazio sì

La polemica, di portata nazionale, era esplosa solo qualche giorno fa. Nel testo della legge di bilancio, approvato dalle Camere, era stato escluso l’emendamento bipartisan sulla salute mentale. Ciò che è sparito dalla manovra è un bonus da 50 milioni. Soldi che sarebbero stati utili ad accedere ai servizi psicologici per chi non è in grado di permetterselo. Questa decisione, inevitabilmente, aveva portato in molti a gridare allo scandalo. Tanto che qualcuno ha deciso di prendere provvedimenti, sebbene a livello locale. Si tratta della Regione Lazio, che ha deciso di avviare un programma in aiuto di coloro che stanno vivendo difficoltà di natura psicologica nella delicatissima epoca del Covid-19.

Salute mentale: i dati della Regione Lazio

La Regione Lazio è partita da un dato raccolto dall’ospedale Bambino Gesù, tanto chiaro quanto doloroso. Durante la seconda ondata Covid, infatti, le ospedalizzazioni per tentativi o idee di suicidio sono passate in un anno dal 17% al 45% del gennaio 2021. Un’emergenza sulla salute mentale, specie dei più giovani, su cui intervenire in fretta. “Oltre a creare nuove opportunità per la formazione, il lavoro, lo sviluppo, occorre dare risposte immediate alla sofferenza reale e alla condizione di malessere profondo che moltissimi giovani stanno provando per gli effetti della pandemia“. Questa la spiegazione da Roma.

Vogliamo rispondere a una situazione di grande criticità e alla tante sollecitazioni del mondo scientifico, alle richieste di aiuto e alle mobilitazioni e petizioni sul #bonuspsicologico che hanno coinvolto migliaia di persone e segnalano un problema reale e da affrontare“, aggiunge la Regione Lazio. E l’investimento in tal senso sarà concreto. “Destiniamo 2,5 milioni di euro per garantire l’accesso alle cure per la salute mentale e la prevenzione del disagio psichico, attraverso voucher da utilizzare presso strutture pubbliche del Lazio, coinvolgendo la rete degli psicologi e degli psichiatri“.

Stato fermo: la rabbia dopo la Manovra

Un importante passo avanti a livello locale rispetto a quanto avvenuto sul piano nazionale. E nei giorni scorsi in tanti avevano urlato la propria rabbia sui social per le mancate sovvenzioni statali sulla salute mentale. Tra loro, spicca Cathy La Torre. “Su 36 miliardi di Manovra, 50 milioni per aiutare chi da questa pandemia ne sta uscendo mentalmente devastato non sono proprio saltati fuori. Alla prova dei fatti quei 50 milioni di bonus per il supporto psicologico sono rimasti solo una buona intenzione sulla carta e nulla di più“, si era lamentata su Instagram.

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