Guard rail e la loro manutenzione, quali responsabilità hanno i comuni?

In Italia la sicurezza stradale è una priorità fondamentale per preservare la vita dei conducenti e degli utenti delle strade.

Tra gli elementi più importanti per garantire questa sicurezza ci sono i guard railnoti anche come barriere di sicurezza, che svolgono un ruolo fondamentale nel proteggere i veicoli e i loro occupanti in caso di incidente.

Tuttavia, negli ultimi anni, è diventato sempre più evidente che molti di questi sistemi di protezione sono obsoleti e non più all’altezza delle esigenze moderne di sicurezza stradale.

Uno degli incidenti più significativi in cui questa problematica è emersa è stato l’incidente di Mestre, che mette in evidenza la necessità urgente di affrontare la questione dei guard rail obsoleti in Italia.

Lo abbiamo visto qualche settimana, domenica 17 settembre lungo il percorso della Pedavena – Croce d’Aune. L’auto aveva iniziato la sua salita, quando è arrivata lunga su un tornante. Il pilota ha provato a tenerla in strada, ma la Frangivento è andata via dritta contro il guardrail. Dopo averlo abbattuto, l’auto ha finito la sua corsa contro un’auto parcheggiata lungo il tracciato, per fermarsi poco più avanti.

Le principali preoccupazioni riguardo ai guard rail obsoleti

Tornando all’incidente di Mestre, è stato un evento tragico che ha scosso l’intera nazione e si è verificato  su un’autostrada frequentemente utilizzata, quando un veicolo ha impattato contro un guard rail obsoleto.

Guard rail
Foto | Wikimedia Commons @Marc44~commonswiki – Newsby.it

Purtroppo, il sistema di sicurezza non ha retto all’urto, causando gravi lesioni al conducente e ai passeggeri: questo incidente ha messo in evidenza in modo drammatico le gravi carenze nel sistema di sicurezza stradale italiano.

I guard rail obsoleti rappresentano una minaccia silente per la sicurezza stradale e le principali preoccupazioni sono le seguenti:

  • materiali superati: molti dei guard rail installati in passato sono stati costruiti con materiali che non rispondono più agli standard moderni di sicurezza. Questi materiali possono essere più fragili e meno resistenti agli impatti, mettendo a rischio la vita dei conducenti in caso di incidente.
  • progettazione non conforme agli standard attuali: gli standard di sicurezza stradale sono in costante evoluzione per tenere il passo con le nuove tecnologie e le scoperte scientifiche. Tuttavia, molti dei guard rail più datati non sono conformi ai requisiti più recenti e quindi potrebbero non essere in grado di proteggere efficacemente i conducenti in situazioni di incidente.
  • manutenzione carente: una manutenzione insufficiente è spesso alla radice dei problemi legati ai guard rail obsoleti. L’assenza di programmi di manutenzione regolari può portare all’usura e alla corrosione dei materiali, compromettendo la loro efficienza.
  • sistemi di ancoraggio difettosi: gli ancoraggi dei guard rail possono deteriorarsi con il tempo a causa dell’esposizione agli agenti atmosferici e agli impatti veicolari. Se questi sistemi non sono adeguatamente mantenuti, possono perdere la loro efficacia nel trattenere i veicoli in caso di collisione.

L’incidente di Mestre ha certamente ricordato l’importanza di affrontare il problema dei guard rail obsoleti in Italia e, per farlo, sono necessarie azioni immediate come i programmi di manutenzione, istituendo un programma di manutenzione rigoroso per ispezionare e riparare i guard rail esistenti e garantendo che siano in condizioni adeguate per proteggere i conducenti.

Altre azioni immediate da compiere sono gli aggiornamenti tecnologici, come i sistemi di dissipazione dell’energia e materiali più resistenti, il monitoraggio costante delle condizioni dei guard rail che può aiutare a identificare tempestivamente i problemi e le aree a rischio.

Inoltre ci vuole una legislazione adeguata che stabilisca standard rigorosi per la progettazione, installazione e manutenzione dei guard rail e, infine, investimenti adeguati per garantire l’attuazione dei suddetti interventi di manutenzione e aggiornamento.

L’ente proprietario o gestore della strada (che sia questo Anas, Provincia, Comune ecc…) è direttamente responsabile della manutenzione sia del fondo stradale che dei guard rail e di tutti i muretti – quindi tutte le altre pertinenze della carreggiata -.

Chi paga in caso di incidenti?

In linea di massima possiamo affermare che l’ente proprietario di una strada aperta al pubblico transito si presume responsabile dei sinistri che siano dipesi direttamente ed indirettamente dalle situazioni di pericolo determinate dalla strada e dalle strutture ad essa legate come muretti, pali, guard rail, ecc..

Nel caso, come a Mestre, si verifichi un incidente stradale, viene esclusa la responsabilità dell’Anas o di chi gestisce quella strada solo nel caso in cui la causa non dipenda direttamente dal fondo stradale, dal guard rail e da tutto ciò che riguarda la strada e la sua manutenzione.

Guard rail
Foto | Marcegaglia Buildtech https://www.marcegagliabuildtech.it/ – Newsby.it

In tali casi, infatti, si presume che l’incidente, sia stato comunque causato da eventi imprevedibili che abbiano determinato una alterazione dello stato dei luoghi non tempestivamente segnalabile ed eliminabile, come ad esempio una forte scossa di terremoto da cui deriva una lacerazione della strada.

Se immediatamente dopo la scossa si verifica un incidente su quella strada, la responsabilità non è dell’Anas che non ha avuto nemmeno il tempo materiale di inviare gli operai per segnalare il pericolo.

Tuttavia può accadere che, a seguito di un’improvvisa manovra, l’automobilista esca di strada e vada a urtare contro un guard rail e, proprio grazie alla funzione di protezione e di contenimento di questo, esca illeso dall’incidente.

In tali casi l’Anas non dovrà risarcire alcun danno e anzi, l’automobilista potrà essere sanzionato in base a quanto disposto dalla legge.

Circa due anni fa la Corte di Cassazione è stata chiamata ad esprimersi sul caso di un motociclista che, a seguito di sbandamento, era finito rovinosamente a terra e contro il guard-rail.

La Suprema Corte ha chiarito che se l’incidente è provocato esclusivamente ed autonomamente dall’automobilista, com’è ovvio, non vi può essere alcuna responsabilità in capo all’Anas.

Nel caso citato, un motociclista aveva perso il controllo della moto e successivamente aveva urtato contro un guard-rail. La perdita di controllo del mezzo prescindeva, dunque, dall’urto successivo.

A seguito di un incidente stradale è buona norma di comportamento fermarsi e mettersi in sicurezza, dopodiché bisogna posizionare il segnale triangolare di pericolo per segnalare appunto la presenza del veicolo agli altri automobilisti. L’intervento delle forze dell’ordine potrà essere richiesto anche dal soggetto direttamente coinvolto nel sinistro.

La polizia, o coloro che intervengono a seconda della competenza su quella strada, redigerà un verbale di quanto accaduto anche a seguito di rilievi e misurazioni eseguiti sulla carreggiata ed eventuali dichiarazioni raccolte dai presenti.

L’automobilista coinvolto dovrà, poi, se ricorrono i presupposti, intraprendere la procedura per la richiesta di risarcimento danni come abbiamo visto meglio sopra.

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