Green pass, la stretta sui cortei funziona: manifestanti spaccati

Trentasette giorni fa le immagini dei manifestanti No vax e No green pass che, guidati da esponenti dell’estrema destra, a Roma assaltarono la sede della Cgil fecero il giro del mondo. A distanza di oltre cinque settimane lo Stato sembra aver trovato le contromisure per evitare che episodi simili si ripetano.

Il primo test per la circolare del Viminale annunciata dalla ministra Luciana Lamorgese è stato sabato 13 novembre. Per la prima volta, dal 24 luglio scorso, il movimento di protesta è infatti apparso disunito e disorganizzato. Niente disordini, dunque, né aggressioni a giornalisti e agenti.

Bloccato un tentativo di corteo in centro a Milano

L’unico evento – quello all’Arco della Pace con Robert Kennedy Jr., a cui erano presenti fra le 4mila e le 5mila persone – era stato preannunciato e dunque aveva ottenuto l’autorizzazione. Un migliaio di partecipanti ha poi tentato di riversarsi in piazza Duomo. Ma l’intervento delle forze dell’ordine ha bloccato sul nascere il tentativo di corteo per il 17esimo sabato consecutivo.

A differenza di Roma (eccezion fatta per i fatti del 9 ottobre), dove i manifestanti si sono sempre riuniti nelle piazze con interventi dal palco, nel capoluogo lombardo i cortei non sono infatti mai rimasti statici. Ora però il giro di vite del Ministero degli Interni impedisce che i No vax e No green pass si muovano per le vie delle città, soprattutto nei centri storici.

Identificati 91 manifestanti: in tre processati per direttissima

Il vero banco di prova, comunque, sarà la prossima settimana. Il dubbio, infatti, è se Questura e Comando provinciale dell’Arma riusciranno a garantire il dispiegamento dello stesso, imponente, numero di agenti di sabato. E, soprattutto, se riusciranno a farlo anche in futuro senza intaccare le normali attività di presidio della città.

Intanto, carabinieri e polizia hanno identificato 91 manifestanti, arrestandone tre e denunciandone due. Le accuse sono a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, minacce manifestazione non autorizzata. I tre arrestati sono già comparsi questa mattina davanti al giudice per il rito direttissimo.

No vax e No green pass, perquisizioni in tutta Italia

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Sempre questa mattina sono scattate in tutta Italia perquisizioni della Digos e della polizia postale nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino sulla galassia No vax e No green pass. Nel mirino ci sono 17 appartenenti al gruppo Telegram “Basta Dittatura”, accusati a vario titolo di istigazione a delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire alle leggi.

Secondo i pm, infatti, gli indagati istigavano ad atti violenti (anche con l’uso delle armi) contro le più alte cariche istituzionali, fra cui il premier Mario Draghi. Il loro obiettivo – fanno sapere gli inquirenti – sarebbe stato quello di radicalizzare le proteste. Il canale “Basta Dittatura”, peraltro, era già finito sotto sequestro nelle scorse settimane, fino a quando Telegram non aveva deciso di chiuderlo per violazione delle linee guida.

Il rischio di radicalizzazione delle proteste su Telegram

Nella chat erano frequenti i riferimenti a “gambizzazioni”, “impiccagioni”, “fucilazioni”; ma anche a una nuova “marcia su Roma”. Alcuni indagati sono già noti alle forze dell’ordine, mentre altri sono incensurati. Le perquisizioni hanno riguardato ben 16 province italiane.

A Palermo la polizia ha sequestrato una tanica di acido; mentre a Siena un passaporto nazifascista d’epoca. Gli agenti hanno poi trovato – a Brescia e Cremona – dei coltelli e una balestra, sempre all’interno delle abitazioni di attivisti No green pass e No vax.

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