Giornata Internazionale del Parkinson, Vanni: “Si parla di pandemia di questa sindrome”

Come abbiamo imparato a conoscere negli anni, l’11 aprile è la Giornata Internazionale del Parkinson.

Una data scelta per nulla a caso, in quanto combacia con quella di nascita di Sir James Parkinson (11 aprile 1755), ovvero di colui che per primo nel 1817 descrisse i sintomi dell’omonima malattia.

Nel 1997 Parkinson’s Europe e OMS hanno istituito questa Giornata Internazionale, la cui finalità è quella di aumentare la consapevolezza riguardante la malattia.

Esattamente ciò che, nella giornata odierna, si vuole fare anche a Casa Parkinson, struttura nel distretto Asl Canova di Firenze, nel quartiere Isolotto.

Costruito lo scorso anno, oggi il presidio è stato aperto alla popolazione per permettere di approfondire la conoscenza di questa malattia e presentare tutte le risorse attualmente in campo.

Vanni: “Oggi continua a passare inosservata alla maggior parte delle persone”

Responsabile di Casa Parkinson, la Dottoressa Paola Vanni ha parlato così di una malattia che troppo spesso passa inosservata:

“Qui esiste un luogo dove ci si può rivolgersi per avere un approccio multidisciplinare e integrato. Questa malattia è estremamente complessa. Qui la prendiamo in considerazione sotto tutti gli aspetti. È una malattia che continua oggi a passare inosservata alla maggior parte delle persone”.

Vanni: “Colpite le classi più giovani”

La Dottoressa Paola Vanni ha poi tenuto a sottolineare come le cause del Parkinson non siano del tutto chiare ancora oggi e come questa malattia stia colpendo anche le classi più giovani:

“Studi internazionali stanno vedendo che aumenta. Le cause non sono del tutto chiare. Non è solo legato all’aumento della vita dei pazienti. Sembrerebbe che riguarda solo i più anziani. In realtà è una malattia che sta riguardando classi più giovanili. Si parla a livello internazionale di una pandemia della malattia. Dai 4 milioni di una decina di anni fa in tutto il Mondo, tra una quindicina di anni, si stimano più di 17-18 milioni. Quindi è bene affrontarla in maniera sistemica”.

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