È morto Cesare Romiti, storico volto del capitalismo italiano

È morto a Milano, all’età di 97 anni, Cesare Romiti, storico volto del capitalismo italiano, ricordato soprattutto per la sua attività di dirigente (presidente e amministratore delegato) della Fiat. Si insediò nell’azienda di proprietà della famiglia Agnelli nel 1974 e andò via nel 1998. Prima di approdare a Torino, guidò anche Alitalia e Italstat. Per la sua attività ricevette la nomina di Cavaliere del lavoro nel 1978 e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana sei anni più tardi. Dopo l’addio alla Fiat, fu presidente del Gruppo RCS (fino al 2004) e svolse anche attività imprenditoriali in proprio.

La carriera di Cesare Romiti

Nato a Roma il 24 giugno 1923, Romiti si laureò in Scienze Economiche e Commerciali. Il suo primo ruolo da dirigente risale al 1947, quando fu nominato direttore generale del Gruppo Bombrini Parodi Delfino, azienda attiva soprattutto nel settore della chimica. Nel 1968 il Gruppo si fuse con Snia Viscosa: Romiti assunse l’incarico di direttore generale finanziario della nuova azienda.

Due anni più tardi entrò in Alitalia, come direttore generale ed amministratore delegato, e nel 1973 passò ad Italstat, l’azienda di Stato per la progettazione e la costruzione di grandi opere, con lo stesso ruolo. Nel 1974 entrò in Fiat: arrivò nell’azienda di proprietà della famiglia Agnelli in un momento delicato, quello della crisi energetica. Si dedicò all’opera di risanamento finanziario, sviluppando la dimensione aziendale in Italia e all’estero. Divenne così uomo di fiducia di Gianni Agnelli. Nel 1980 assunse il ruolo di amministratore delegato, dopo che Umberto Agnelli lasciò gli incarichi operativi dell’azienda.

Gli anni in Fiat e le onoreficenze

Negli anni ’80, nonostante le dure battaglie sindacali e la riduzione dei dipendenti, Cesare Romiti fu al vertice di un’azienda che vide un momento di grande successo, e che si indebolì solo a inizio anni ’90, a causa della crisi del settore auto iniziata con lo scoppio della Guerra del Golfo. Romiti lasciò la Fiat nel 1998 da presidente, entrando subito dopo nel settore dell’editoria in qualità di presidente di Rcs, incarico che ricoprì fino al 2004. Dal 2005 al 2007 fu poi al vertice di Impregilo, società di costruzioni. Le sue qualità manageriali lo portarono anche a ricoprire il ruolo di presidente dell’Accademia di Belle Arti di Roma fino al luglio 2013.

Importante anche il suo ruolo nei rapporti fra l’Italia e la Cina. Nel 2003 Romiti costituì la Fondazione Italia-Cina, ricoprendo la carica di presidente onorario. Fu nominato, grazie al suo impegno nei rapporti bilaterali, cittadino onorario della Cina e professore onorario dell’Università Donghua di Shanghai, tra gli altri riconoscimenti. Per il suo ruolo di respiro internazionale, ricevette anche il titolo di Ufficiale dell’Ordine Nazionale della Legion d’Onore, l’onoreficenza più alta assegnata dalla Repubblica Francese.

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