Dpcm, protestano i ristoratori. A Roma manifestanti contro Salvini

[scJWP IdVideo=”kbEEwBUs-Waf8YzTy”]

Le misure disposte dal Dpcm in vigore dal 26 ottobre continuano a far discutere, con iniziative di protesta da parte delle categorie più penalizzate dalle chiusure nelle principali piazze italiane. La protesta dei ristoratori, organizzata dalla Fipe (Federazione italiana Pubblici esercizi) e intitolata #siamoaterra è stata caratterizzata da un gesto simbolico: la preparazione di ‘coperti’ apparecchiati senza tavolo, come per dire che la ristorazione è ormai a terra, non solo in senso figurato.

A Roma interviene Matteo Salvini: contestato

Nella Capitale i ristoratori hanno manifestato al Pantheon. L’iniziativa è proseguita senza particolari scossoni fino all’arrivo di Matteo Salvini, per il quale si sono levati cori di disapprovazione come “Buffone” o “Vergogna” mentre tentava di parlare con alcuni dei ristoratori.

I manifestanti hanno anche contestato l’assembramento di cronisti venutosi a creare al sopraggiungere del leader della Lega. “Chiudete ristoranti e cinema per gli assembramenti, quello non è un assembramento?” la domanda di uno dei presenti alla manifestazione di Roma.

La protesta a Napoli davanti alla sede della Regione

[scJWP IdVideo=”1YqCBZUF-Waf8YzTy”]

A Napoli i manifestanti si sono ritrovati all’esterno della sede della Regione Campania. “La chiusura alle 18 non è una misura da prendere in considerazione – ha affermato una partecipante, contestando il Dpcm -. Meglio allora che si chiuda tutto. Le aperture devono essere uguali per tutti. Ristori? Quando arriveranno ne potremmo parlare, a tutt’oggi non c’è nulla. Forse la mancata apertura non è messa a fuoco bene. Le attività stanno per chiudere, un altro mese così e chiudiamo“.

“Quello di oggi è un messaggio di una categoria che era già stata messa in difficoltà con la prima chiusura e che oggi si ritrova nuovamente ad essere additata per l’ennesima volta come quella degli untori – ha aggiunto uno chef che ha preso parte alla manifestazione -. Ma gli untori non sono i ristoranti e i bar. Nella stragrande maggioranza dei casi il settore rispetta le regole. Stiamo dimostrando assieme a Fipe che in tutta Italia il settore ha perso 27 miliardi di fatturato. La ristorazione è a terra. Per questo nella nostra protesta montiamo i coperti per terra, senza i tavoli”.

#siamoaterra anche a Firenze: “L’aumento dei contagi non dipende dai ristoranti”

[scJWP IdVideo=”fA9kBkoG-Waf8YzTy”]

Anche Firenze è tra le città che nella mattinata di mercoledì ha visto la protesta con mille ‘coperti’ a terra per contestare la chiusura dei luoghi di ristorazione alle 18 disposta dal Dpcm. “Ci siamo riuniti per dire un no forte ad azioni dannose alla nostra economia – ha detto il direttore di Confcommercio Firenze, Franco Marinoni -, ma è una manifestazione pacifica e silenziosa perché noi sappiamo solo lavorare”.

“A settembre è successo qualcosa che non dipende dai nostri ristoranti, che sono sicuri a pranzo come a cena – ha aggiunto -. Non siamo in Germania o in Olanda, dove si mangia alle 6 del pomeriggio. Da noi a quell’ora si fa merenda”.

La protesta a Torino: “Non crediamo in nessun decreto”

[scJWP IdVideo=”80yGckbT-Waf8YzTy”]

“Non abbiamo fiducia, ci vuole il fondo perduto. Toglierci le tasse per il prossimo anno, un aiuto concreto. Grazie per i 600 euro ma equivalgono all’incasso di un giorno. È un palliativo”. Questa l’opinione di Alessandro Mautino, presidente della sezione torinese dell’Epat (Esercizi pubblici Ascom Torino), tra le sigle presenti alla manifestazione contro il Dpcm nel capoluogo piemontese.

Non crediamo in nessun decreto, sta diventando un caos assoluto, dobbiamo solo lavorare – ha spiegato -. Siamo obbligati a credere e sperare, ma sembra che sia qualcosa di concreto che inizia a muoversi. Non lo ritengo il risultato della benevolenza di qualcuno ma è un atto dovuto“.

[scJWP IdVideo=”zqQkxRpO-Waf8YzTy”]

La presidente di Ascom Torino, Maria Luisa Coppa, ha poi aggiunto: “Siamo estremamente preoccupati dei provvedimenti degli ultimi giorni, anche il Dl ristori non ci rincuora, ci sono imprese che devono ancora prendere la cassa integrazione di aprile e maggio, le promesse economiche ci preoccupano comunque”.

“Le aziende chiuse sono un danno enorme. Si deve intervenire sulle tasse, per un anno o due non si paghino, i tributi devono slittare. È stato toccato un settore enorme. Conte ha detto che non ci sono imprese di serie A e di serie B, ma su questo ho forti dubbi” ha concluso.

 

Impostazioni privacy