Donna afghana rifugiata: “Lavoravo in ospedale come medico, in Italia faccio la badante”

[scJWP IdVideo=”ST4xpjSb-Waf8YzTy”]

Maria (il nome è di fantasia, ndr) è un medico afghano di 35 anni, scappato dal proprio Paese dopo il ritorno al potere dei talebani nell’estate 2021. Ha trovato rifugio in Italia, dove l’ong Differenza Donna l’ha accolta, supportandola nella richiesta di asilo e nelle questioni burocratiche legate all’accesso a diritti e servizi. A distanza di un anno, però, Maria non ha ancora ottenuto il riconoscimento del titolo di studio, che le permetterebbe di esercitare la sua professione in Italia. “Ho studiato tutta la vita, lavoravo in ospedale e all’università, ora mi sento come incastrata“, dice. E racconta di essere riuscita a lavorare solo come badante o cameriera. “Come associazione facciamo un lavoro di empowerment, anche per evitare che queste donne svolgano lavori stereotipati“, spiega Migena Lahi, responsabile del centro di Differenza Donna che ha accolto Maria.

Impostazioni privacy