Fake news: la disinformazione sul Covid parte dai social network

Stanno ucidendo le persone… Guarda, l’unica pandemia che abbiamo è tra i non vaccinati“. A pronunciare queste parole è il presidente americano Joe Biden. Sotto attacco, in particolare, la piattaforma di Marck Zuckerberg, Facebook. Secondo Biden, infatti, questa avrebbe permesso che dilagasse la disinformazione in merito ai vaccini e a Covid-19.

È sicuramente innegabile che, dall’inizio della pandemia ad oggi, le fake news sul virus e sui vaccini siano nate soprattutto dai post, e non solo, pubblicati sui vari social network. Infatti, diversi legislatori e ricercatori hanno accusato le varie piattaforme di non essere riuscite a controllare i contenuti dannosi pubblicati dagli utenti.

La risposta del noto social network: “I fatti dimostrano che Facebook sta aiutando a salvare vite”

La risposta di Facebook, nella figura del portavoce Kevin McAlister, è prontamente arrivata: “Non saremo distratti da accuse che non sono supportate dai fatti“. Secondo il portavoce del noto social network, sarebbe oltre 2 miliardi le persone che hanno ottenuto informazioni autorevoli su Covid-19 attraverso la piattaforma. Inoltre, nel caso specifico dell’America, sarebbero oltre 3,3 milioni i soggetti che avrebbero usato lo strumento di ricerca dei vaccini promosso da Facebook per scoprire dove e come ottenere il siero anti Coronavirus. I fatti, secondo McAlister, “dimostrano che Facebook sta aiutando a salvare vite. Punto”.

Dall’inizio della pandemia, come già detto, le fake news sono state all’ordine del giorno. L’ondata di disinformazione ha colpito tutti i Paesi, Italia compresa. Molti, per contrastarle, hanno avviato massicce campagne informative e vademecum da seguire scrupolosamente per riuscire a risconoscere le fake news sui social.

Le fake news più diffuse: dall’origine del virus al 5G

Le fake news più diffuse su Covid-19 hanno sicuramente riguardato l’origine del virus. Dai pipistrelli ai pangolini, considerati gli animali che hanno portato al passaggio del Coronavirus all’uomo, fino all’ipotesi di una fuga di laboratorio, per cui il virus sarebbe stato creato per essere utilizzato come arma batteriologica. Per quanto riguarda la diffusione tramite gli animali, l’Oms, lo scorso 30 marzo 2021, ha dichiarato che la fonte del virus non è ancora stata individuata con certezza assoluta.

L’utilizzo del virus come arma batteriologica, invece, sarebbe altamente improbabile per ragioni che riguardano diversi aspetti, come il lungo periodo di incubazione o il fatto che Covid-19 “attacchi” maggiormente le persone anziane o già debilitate.

Tra le notizie false maggiormente circolate sui social network dall’inizio della pandemia ad oggi c’è anche quella riguardante il 5G. Infatti, alcune teorie complottiste assocerebbero il diffondersi della malattia alla presenza di antenne per la trasmissione di dati per telefonia mobile che si avvale del 5G. A seguito di numerosi studi, questa diffusa teoria complottista è stata smentita. Questo perché, secondo quanto dimostrato, le onde impiegate per questa tecnologia non sarebbero abbastanza potenti per generare modifiche al nostro sistema immunitario.

La disinformazione sui vaccini e la “dittatura sanitaria”

Ovviamente, le fake news sul Covid-19 hanno riguardato anche i vaccini. Infatti, sui social è dilagata la disinformazione, associata ancora una volta anche al 5G. Ma non solo. Perché sono staet diverse le teorie cospiratorie che avrebbero visto Bill Gates, tra gli uomini più ricchi e potenti al mondo, associarsi alle casa farmaceutiche per iniettare, attraverso il vaccino, dei microchip per controllare la popolazione mondiale.

Una teoria complottista piuttosto difficile da credere, se non fosse che, secondo un sondaggio YouGov, il 28% degli americani era convinto che Bill Gates volesse utilizzare i vaccini per impiantare realmente dei microchip nelle persone.

L’elenco delle fake news su Covid-19 non si ferma sicuramente qui. Sui social si è a lungo trattato di quella che viene chiamata “dittatura sanitaria”. Molti, infatti, sostengono che il virus sia stato inventato per reprimere le libertà individuali. Un esempio è l’utilizzo obbligatorio della mascherina in diversi Paesi del mondo e, nel caso dell’Italia, la creazione dell’app Immuni. Infatti, secondo alcuni, il Governo italiano avrebbe creato l’applicazione per controllare non la diffusione del virus, ma gli spostamenti dei singoli individui. Come più volte emerso, però, l’app Immuni utilizza un protocollo che riesce a tracciare i contatti senza l’utilizzo della posizione geografica.

Queste sono solo alcune delle più grandi fake news circolate sui social network, da Facebook a Twitter, da Instagram a WhatsApp. La disinformazione resta, quindi, uno dei temi fondamentali quando si parla di queste piattaforme. Nonostante i progressi fatti, tra avvisi per i contenuti riguardanti il Covid e maggior attenzione a ciò che viene pubblicato, la strada verso la totale assenza di notizie false dai social è ancora piuttosto insidiosa e lunga.

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