Coronavirus, i numeri del contagio: più di 15 milioni di casi nel mondo

Il numero di contagi da Coronavirus sfonda il muro, purtroppo non psicologico ma drammaticamente concreto, dei 15 milioni di casi in tutto il mondo. Il conteggio è stato effettuato dalla Johns Hopkins University e confermato da fonti AFP. La metà di questi contagi è avvenuta negli Stati Uniti e in America Latina.

Le cifre inquietanti del contagio

Cifre fredde, anzi gelide. Ma che possono aiutare quantomeno a farsi un’idea della portata terribile della pandemia. Per una settimana sono stati annunciati oltre 230 mila nuovi casi al giorno. Equivale a dire che ogni giorno una città grande come Messina si è completamente ammalata. E dalla fine di dicembre sono morte di COVID-19 almeno 617.603 persone in tutto il mondo: come se l’intera popolazione di Genova più quella di Imperia fossero state spazzate via.

Entrando più nello specifico, si scopre che i decessi da Coronavirus negli Stati Uniti erano 142.942 nel momento in cui è stato effettuato il conteggio. Le persone uccise dal virus sono invece al momento 172.886 nell’intera America Latina, ma con una curva pericolosamente ascendente. Lo dimostra il caso del Brasile, dove solo nelle ultime 24 ore sono stati registrati 67.860 nuovi casi. Nel frattempo la pandemia sta accelerando anche in Africa, con 753.124 contagi e 15.765 decessi.

Il Coronavirus nel mondo e il vaccino

Parlando dei casi di Coronavirus prendendo in considerazione l’intera cittadinanza mondiale, l’inquietante numero dei 15 milioni (15.000.424 per essere esatti) vede attualmente 3.915.780 malati di COVID-19 nei soli Stati Uniti. Sul triste podio dei Paesi più contagiati del mondo seguono Brasile (2.159.654) e India (1.193.078). Dati che rendono ancora più urgente la messa a punto del vaccino, per il quale però secondo l’Oms ci sarà da aspettare.

Lo ha confermato il direttore del programma emergenze proprio dell’Oms, Mike Ryan. “Dobbiamo poter guardare le nostre comunità negli occhi e assicurarle che abbiamo preso tutte le precauzioni possibili affinché il vaccino sia sicuro ed efficace prima di poterlo distribuire. Anche se questo significa rallentare. Realisticamente dovremo aspettare i primi mesi del 2021 per vedere le persone vaccinarsi contro il Coronavirus“, sono state le sue parole, come riportate dall’Ansa.

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