Coronavirus, Borrelli: “333 decessi in Italia e 1.739 positivi in più”

Il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha diffuso i dati relativi all’emergenza coronavirus nella conferenza stampa del lunedì. Sale a 199.414 il numero dei contagiati totali dal virus in Italia, con un aumento di 1.739 casi nelle ultime 24 ore. Le vittime sono 26.977, +333 in più rispetto a ieri. Prosegue ancora il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva: sono 1.956, 53 in meno di ieri. I guariti in totale sono 66.624 (+1.696 nelle ultime 24 ore).

Coronavirus, Borrelli: “Cts senza donne? Assenti in cariche rappresentate”

Il capo della Protezione Civile è poi tornato sull’assenza di donne nel Comitato tecnico scientifico. “Nel Cts purtroppo, e dico purtroppo, i rappresentanti sono individuati nella carica che ricoprono, come ad esempio per il capo della Protezione civile e per il presidente dell’Iss. Se fossero stati donne avremmo avuto nel Cts una componente femminile adeguatamente rappresentata“, ha spiegato Borrelli, rispondendo in conferenza stampa ai giornalisti. “Ma il tema della fragilità e delle conseguenze psicologiche dell’emergenza sono ben presenti al Comitato“, ha aggiunto a proposito del dubbio di un cronista”.

Coronavirus, Brusaferro: “Trend indica un decremento ma il virus circola”

In conferenza stampa era presente anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro. “Il trend al di là di flessioni dovute al weekend indica un progressivo decremento dei morti e dei casi di infezione, anche se con meno tamponi fatti. R con 0 mostra un decremento. Ma la circolazione del virus prosegue, mentre il numero dei morti come abbiamo sempre detto è un trascinamento delle infezioni avvenute alcune settimane fa“, le sue parole. I numeri mostrano il “successo delle misure di contenimento adottate, ma bisogna riflettere man mano che ci avviamo a caute aperture: dovremo monitorizzare con grande attenzione il numero dei casi, ad esempio usando come indicatore le terapie intensive, per valutare l’efficacia delle misure ma anche la capacità in fase di aperture di contenere infezione“, ha aggiunto.

Brusaferro: “Mascherine anche all’aperto”

Brusaferro è poi tornato sulla questione mascherine, precisando come queste vadano utilizzate anche all’aperto se non sia possibile mantenere il distanziamento sociale. La mascherina “non deve dare false sicurezze: è un elemento aggiuntivo, ma l’igiene personale e il distanziamento sono misure più importanti“, ha ribadito. La mascherina va usata negli “ambienti confinati, vale a dire in luoghi chiusi dove è difficile mantenere il distanziamento sociale come ad esempio i supermercati e i mezzi di trasporto. E va utilizzata anche in ambienti aperti se non manteniamo il distanziamento. Ad esempio alla fermata dell’autobus può essere utile mantenerla“.

Brusaferro: “Nella fase 2 fondamentale individuare focolai”

Nella Fase Due, che partirà dal prossimo 4 maggio, l’intenzione è quella di garantire il maggior numero di aperture possibile, nel rispetto delle misure di sicurezza. “La prospettiva è passo dopo passo il maggior numero di aperture possibile. Fino a che circola il virus, e ora siamo ancora in fase epidemica, progressivamente adottiamo misure per recuperare livelli di normalità, però rispettando distanziamento, igiene, protezione delle vie respiratorie (mascherine, ndr) e tenendo presente l’andamento dei casi, diverso nelle varie zone del Paese, per intervenire in funzione dell’epidemia“, ha assicurato Brusaferro. E ancora: “La capacità di individuare focolai locali diventa decisiva nella prossima fase. L’indicazione data al governo è quella di avere misure generalizzate per tutta l’Italia con un monitoraggio locale generalizzato proprio per individuare nuovi cluster. Bisogna avere la capacità di intervenire in maniera più radicale per modulare dei provvedimenti molto più localizzati. Serve un monitoraggio stretto delle realtà locali per adottare misure più appropriate in quel contesto specifico con possibili zone rosse“, ha quindi concluso il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

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