Chi è monsignor Viganò e perché è accusato di scisma dal Vaticano

È ormai da anni uno dei principali oppositori di Papa Francesco, del quale non condivide le idee progressiste, e in passato ne ha persino chiesto le dimissioni

La parola scisma tende a riportare la mente al passato, magari alla divisione tra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa avvenuta nel 1054 o allo scisma anglicano del XVI secolo. Non capita spesso di associare il termine ai tempi moderni, eppure negli ultimi giorni il suo utilizzo è tornato in auge a causa di una controversia legale che vede coinvolti il Vaticano e monsignor Carlo Maria Viganò. Il Dicastero per la Dottrina della Fede, infatti, ha convocato l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti affinché “possa prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è accusato”. Si tratta di un processo penale extragiudiziale.

L’accusa di scisma

Le posizioni critiche di Viganò nei confronti di Papa Francesco sono note ormai da anni e in un’occasione il monsignore ha persino chiesto le dimissioni del Pontefice. Risale al 2018 il dossier nel quale l’ex nunzio ha accusato Bergoglio di aver coperto il cardinale McCarrick, che il 29 luglio 2021 è stato incriminato per aver abusato sessualmente di un ragazzo di 16 anni. “Considero le accuse contro di me un onore”, ha dichiarato Viganò. “Nessun cattolico degno di questo nome può essere in comunione con questa ‘Chiesa bergogliana’, perché essa agisce in evidente discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo”, ha aggiunto, invitando anche a pregare per “coloro che sono perseguitati a causa della loro fede”.

Viganò in collegamento durante la trasmissione DiMartedì
Viganò in collegamento durante la trasmissione DiMartedì | ANSA/ LA 7 – Newsby.it

Per il Vaticano lo scisma può rappresentare un grosso grattacapo, perché esiste il rischio concreto che i vescovi trasmettano l’autorità a dei successori che non potranno poi essere nominati dal Papa e che quindi avvengano delle ordinazioni ritenute valide solo dagli scissionisti. In passato, Benedetto XVI provò a risolvere un problema simile ricucendo i rapporti con i seguaci di monsignor Lefebvre, mentre ora Papa Francesco sembra intenzionato a seguire un percorso differente. Anche perché Viganò si sta dimostrando un avversario formidabile e con in mente un piano ambizioso. L’ex nunzio, infatti, sta sistemando l’edificio nell’eremo di Sant’Antonio di Palanzana, in provincia di Viterbo, per accogliere chi si oppone al Pontefice, tra cui cinque sacerdoti di Familia Christi, altra comunità tradizionalista che è stata sciolta dalla Santa Sede.

Perché Viganò è contrario a Papa Francesco?

Viganò, nato nel 1941 e prete dal 1968, non ha mai accettato la parziale apertura di Bergoglio alla sfera Lgbtqia+ e ha accusato il Papa di essersi allontanato dai principi tradizionali della Chiesa e di favorire la sostituzione etnica attraverso i migranti. Nel 2018 ne ha pure chiesto le dimissioni. In passato ha detto che nella Chiesa ci sono dei “falsi pastori e servi di Satana, a cominciare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro”. Per quanto riguarda la politica, è un sostenitore di Giorgia Meloni e in seguito alla vittoria di Fratelli d’Italia nel 2022 ha auspicato un allontanamento della premier dalle posizioni filo-atlantiste ed europeiste, “tornando ad assumere quel ruolo di vera alternativa di Destra all’egemonia dell’ordoliberismo e della sinistra”.

In qualità di nunzio apostolico, Viganò non ha mai reso la vita facile a Bergoglio. Quando il Pontefice ha vistato gli Stati Uniti, il Monsignore gli ha organizzato un incontro con un’impiegata comunale del Kentucky arrestata per aver rifiutato le licenze matrimoniali agli omosessuali. Ha poi accusato il Papa di aver provato a insabbiare gli abusi sessuali commessi da McCarrick, senza però riuscire a ottenere le sue dimissioni. Nel corso degli anni, Viganò si è dichiarato no vax e simpatizzante di Donald Trump e Vladimir Putin.

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