Caso Suarez, si dimette la rettrice dell’Università di Perugia

La rettrice dell’Università per stranieri di Perugia, Giuliana Grego Bolli, ha annunciato le sue dimissioni in una lettera al ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, in seguito alla sospensione ricevuta lo scorso 4 dicembre per il suo coinvolgimento nelle indagini sull’esame di lingua italiana per far ottenere la cittadinanza al calciatore uruguaiano Luis Suarez. “È una decisione che ho preso con profondo rammarico e personale sofferenza, ha scritto, “dopo due anni di gestione sfidante, ma anche proficua dell’Istituzione, che sono stata onorata di aver servito prima come docente e poi come rettore”.

Le motivazioni delle dimissioni dopo lo scoppio del caso Suarez

“Le mie dimissioni di oggi”, si legge sempre nella sua lettera, “vengono anticipate rispetto a quanto già comunicato il 7 dicembre, quando la informavo di voler attendere l’esito del ricorso al Tribunale del riesame, e dimettermi nel caso di conferma della sospensione dalla funzione di rettore. La ragione della mia scelta è dettata dalla constatazione della grave crisi nella quale è precipitato negli ultimi giorni l’Ateneo e dalla conseguente urgenza di porvi immediato rimedio, senza attendere quel mese di tempo (mi dicono i miei avvocati) necessario ad avere l’esito del mio ricorso. Un mese di attesa sarebbe un tempo troppo lungo, non compatibile con la necessità di un pronto soccorso per il mio Ateneo oggi”.

La sospensione, della durata di otto mesi, era stata ordinata dal giudice per le indagini preliminari, che ha condiviso la tesi accusatoria della procura di Perugia. Era stato sospeso anche il direttore dell’università, Simone Olivieri, e alcuni professori che effettuarono l’esame. Al momento non è stato presentato alcun ricorso al Tribunale del riesame da parte della difesa della rettrice contro la sospensione disposta dal gup. Nell’inchiesta giudiziaria della Procura di Perugia era stato iscritto negli scorsi giorni il Chief Football Officer della Juventus, Fabio Paratici, accusato di “false informazioni al pubblico ministero o al procuratore della Corte penale internazionale”.

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