Benessere animale, l’ira degli animalisti: “Certificazione ingannevole”

La Conferenza Stato-Regioni sta per votare il nuovo metodo di certificazione “benessere animale” per i prodotti suinicoli italiani. L’etichettatura si inserisce nell’ambito del Sistema di qualità nazionale per il benessere animale istituito con il Decreto Rilancio. Dovrebbe aiutare i consumatori a individuare con maggiore facilità i prodotti di origine animale che rispettano standard superiori ai requisiti di legge. Tuttavia, secondo quanto denunciato da varie organizzazioni ambientaliste, animaliste e dei consumatori, il claim “benessere animale” verrebbe attribuito, impropriamente, anche a prodotti provenienti da scrofe in gabbia e suini con la coda tagliata. Si tratta di pratiche contrarie a quanto previsto dalla direttiva europea di protezione dei suini. Le associazioni che si oppongono all’etichettatura sostengono che la sua introduzione garantirebbe priorità ai fondi Pac e Pnrr, favorendo gli allevamenti a caratteri intensivo e non la transizione verso sistemi più sostenibili.

Benessere animale, sui social parte la campagna #BugieInEtichetta

Per denunciare questa situazione Greenpeace, Animal Law, Animal Equality, Animalisti italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, Federazione nazionale Pro Natura, LAV, LEIDAA, Legambiente, OIPA, LIPU e The Good Lobby hanno lanciato su Twitter l’hashtag #BugieInEtichetta. Con questa campagna, le organizzazioni chiede che siano rivisti gli standard di certificazione a cui i ministeri delle Politiche Agricole e della Salute, insieme ad Accredia, “hanno lavorato a porte chiuse durante gli ultimi due anni”.

Greenpeace e Lav: “Inaccettabili scrofe in gabbia e maiali mutilati”

Chiediamo al ministro della Salute Speranza, che è responsabile per il benessere animale, e al ministro delle Politiche Agricole Patuanelli, responsabile della qualità del Made in Italy, di modificare lo schema di decreto e di non far approdare al voto in Conferenza Stato-Regioni gli attuali standard per la certificazione suinicola”, ha scritto Greenpeace sul proprio sito. “Scrofe in gabbia, maiali ammassati, mutilazioni dolorose: è inaccettabile certificare tutto questo come ‘benessere animale’. Proposta etichettatura in Conferenza Stato-Regioni inaccettabile”, ha aggiunto Lav su Twitter.

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