Baris Boyun, chi è il presunto boss della mafia curda

A 40 anni è uno dei criminali più ricercati di Ankara. Già arrestato nel 2022, è a capo di una delle gang più sanguinarie di Istanbul

Questa mattina in un blitz a Bagnaia, frazione di Viterbo, sono state arrestate 19 persone di origine turca, una rete criminale guidata dal presunto boss Baris Boyun, uno degli uomini più ricercati da Ankara. Baris Boyun, nato nel 1984 in Turchia e di etnia curda, è una figura di rilievo nel mondo del crimine organizzato. Nel 2022 è stato arrestato a Rimini, in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità turche. Questo arresto ha seguito una richiesta di estradizione da parte della magistratura turca, che lo accusa di essere a capo della nota organizzazione criminale turca Daltonlar Gang. Oltre alla sua carriera criminale, Baris Boyun è noto per le sue attività imprenditoriali. Possiede diverse aziende nel settore delle costruzioni, che utilizza per riciclare i proventi delle sue attività illegali. Queste imprese legittime gli permettono di mantenere un profilo rispettabile e di coprire le operazioni illegali della sua gang.

Daltonlar Gang

La Daltonlar Gang, guidata da Boyun, è una potente organizzazione criminale con origini come banda di quartiere a Beyoğlu, un distretto di Istanbul. Nel corso degli anni, le attività della gang si sono espanse a livello internazionale, rendendola una minaccia significativa non solo in Turchia ma anche in altri paesi. La gang è conosciuta per l’uso di squadre di sicari in motocicletta, un modus operandi che ha portato all’eliminazione di diverse figure chiave del crimine.

Arresti mafia turca
Arresti mafia turca | Ansa – newsby.it

Tra gli omicidi attribuiti alla Daltonlar Gang c’è quello di Jovan Vukotić, un noto signore della droga serbo, ucciso a Istanbul. La gang è anche responsabile di numerosi attacchi contro bande rivali e di altri crimini violenti a Istanbul e altrove. Prima del 2017, Boyun collaborava con Bilal Yaman, un altro noto criminale. Tuttavia, dopo l’arresto di Yaman nello stesso anno, Boyun ha preso il controllo completo dell’organizzazione.

Le principali attiività della gang

Le principali fonti di reddito della Daltonlar Gang includono il contrabbando di armi, le scommesse illegali e il traffico di droga. La gang è nota per reclutare giovani di età compresa tra i 20 e i 25 anni come sicari, utilizzando la propaganda sui social media per attrarli. Un episodio recente e significativo che coinvolge la gang è avvenuto ad Atene, Grecia, dove sei membri dell’organizzazione sono stati uccisi in un’imboscata. Questo evento ha ulteriormente messo in luce la pericolosità e la portata delle attività della gang di Boyun.

Oltre agli omicidi di figure criminali rivali, Boyun è sospettato dell’uccisione di Yüksel Ustahüseyin, un capo ultras della squadra di calcio Kasımpaşaspor, assassinato nell’aprile 2022. Inoltre, Boyun è implicato in vari altri omicidi a Istanbul, mirati a consolidare il controllo del territorio da parte della sua gang. Un altro episodio significativo è il presunto piano di Boyun per un attentato terroristico in Turchia. Durante la sua detenzione domiciliare a Crotone infatti, è stato intercettato mentre pianificava un attacco a una fabbrica di alluminio in Turchia, utilizzando un kamikaze. Questo attentato, che mirava a colpire Burhanettin Saral, leader di un gruppo criminale rivale, è stato sventato grazie all’intervento della polizia turca, allertata dagli investigatori italiani.

Le intercettazioni

Le intercettazioni telefoniche di Boyun hanno rivelato dettagli sui suoi piani criminali e sull’organizzazione dei suoi attentati. Questi piani hanno sottolineato la sua determinazione nel dimostrare la propria potenza contro il potere politico turco, anche a costo di rischiare ulteriori conflitti. I giudici della Corte di Cassazione italiana hanno rigettato la richiesta di estradizione di Boyun, richiamando una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo del 2016. La corte ha motivato il rigetto citando il rischio che Boyun potesse essere sottoposto a tortura o maltrattamenti se rimpatriato in Turchia, un rischio riconosciuto in precedenti casi di estradizione riguardanti cittadini turchi di etnia curda.

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