Arrestata in Pakistan la madre di Saman Abbas

Dopo il marito, anche Nazia Shaheen è finita nelle in manette. Nei prossimi giorni è attesa a Islamabad per iniziare l’iter di estradizione

Il cerchio si è chiuso, e dopo l’arresto del madre, anche la madre di Saman Abbas, Nazia Shaheen, ritenuta insieme al coniuge colpevole dell’omicidio della figlia, e per questo condannata all’ergastolo, è stata arrestata in Pakistan, dove era latitante ormai da tre anni. Sulla donna pendeva un mandato di cattura internazionale, e le autorità del luogo, in concerto con l’Interpol, sono riusciti a scovarla in un villaggio al confine con il Kashmir.

La sentenza, in primo grado, era arrivata a dicembre scorso davanti alla Corte di assise del Tribunale di Reggio Emilia. I genitori della 18enne, uccisa a Novellara, provincia di Reggio Emilia, dove la famiglia viveva, furono riconosciuti colpevoli dell’omicidio, così come lo zio Danish Hasnain. Per i primi è stata riconosciuta la sola aggravante del rapporto di discendenza, mentre è caduta per tutti gli imputati quella della premeditazione. Secondo i giudici, come si legge nelle motivazioni della sentenza, non è escluso che a uccidere materialmente Saman sia stata la madre.

Funerali Saman Abbas
Funerali Saman Abbas | Ansa – newsby.it

Dall’omicidio al processo

Dalle ricostruzioni degli inquirenti Saman venne uccisa la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021. Il movente è da ricercare nello stile di vita all’occidentale della giovane, che sui social si faceva chiamare Italian Girl e intratteneva una relazione con fidanzato Saqib Ayub osteggiata dalla famiglia. Per questo i genitori, con la complicità dello zio Danish Hasnain, la strangolarono e seppellirono il suo cadavere in un casolare diroccato. Il corpo fu rinvenuto solamente nel novembre del 2022. Il processo di primo grado si è concluso con la condanna all’ergastolo per entrambi i genitori, allo zio sono stati comminati 14 anni. Assolti invece i due cugini, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz. Nazia Shaheen comparirà a breve davanti ai giudici di Islamabad per iniziare l’iter di estradizione.

La sentenza

La sentenza scritta dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia recita come “non ci sono elementi certi in base ai quali affermare che sia stato Danish Hasnain da solo a eseguire materialmente l’azione di strozzamento che ha portato alla morte Saman Abbas. Difatti la circostanza che Nazia Shaheen, la madre della vittima, scompaia dalla vista delle telecamere per un minuto, con Saman ancora in vita, non consente di escludere con certezza che anche lei abbia effettivamente partecipato all’omicidio, tenendo ferma la figlia mentre lo zio Danish le afferrava il collo, o che sia stata lei direttamente, anche da sola, a serbare la condotta materiale con cui si è determinata l’asfissia meccanica da strozzamento o da strangolamento che ha portato alla morte Saman”.

Scrive ancora la Corte: “Non può escludersi, con certezza assoluta, che l’omicidio possa essere avvenuto in un momento di poco successivo, con la conseguente possibilità di ipotizzare anche un apporto materiale del padre, Shabbar Abbas, nel momento in cui esce nuovamente di casa sei minuti dopo la mezzanotte, inoltrandosi lungo la carraia e facendo ritorno dopo sei minuti, con in mano quello che sembra essere lo zaino portato prima in spalla da Saman. Pur persistendo alcune incertezze su chi abbia materialmente ucciso Saman Abbas, sussiste una trama densa e serrata di plurimi e convergenti indizi che consente di inferire che Shabbar, sua moglie Nazia e Danish sono parimenti e pienamente coinvolti nell’omicidio e compartecipi della sua realizzazione”.

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