Afghanistan, italiani a Fiumicino: “Volevano entrare nel nostro aereo”

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L’aereo dell’Aeronautica Militare con 74 persone a bordo proveniente dall’Afghanistan è atterrato a Fiumicino nel primo pomeriggio di lunedì 16 agosto.

Il Kc767 dell’Aeronautica Militare proveniente da Kabul ha riportato in Italia le persone che sono riuscite a lasciare il Paese dopo l’avanzata dei Talebani. Si tratta di personale dell’ambasciata, connazionali che si trovavano in Afghanistan ed una ventina di ex collaboratori afghani a rischio ritorsioni se fossero rimasti in Patria.

La testimonianza: “Famiglie tentavano di imbarcarsi”

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C’è stato anche un tentativo di entrare nel nostro aereo“. Lo ha detto uno degli italiani arrivati a Fiumicino da Kabul con il volo dell’Aeronautica Militare proveniente dall’Afghanistan. Un altro ha aggiunto: “Hanno tentato di utilizzare la scaletta per salire sull’aereo, poi le forze dell’ordine li hanno fermati“.

Drammatiche le testimonianze di chi ha vissuto queste ore in Afghanistan in prima linea. “Quando siamo partiti noi era abbastanza ordinato, diciamo. C’era poi un sacco di gente che doveva venire sui voli, e non sono venuti. Le persone che hanno tentato di penetrare sul nostro aereo cercavano semplicemente di imbarcarsi“, è il resoconto. “Personalmente non l’ho visto con i miei occhi – ha affermato un altro testimone –, però si è sentito un po’ di subbuglio da parte delle forze dell’ordine. Erano entrate persone, famiglie che comprendevano bambini. Il tentativo era quello di salire sull’aereo, su un qualsiasi aereo. Ma li hanno fermati“.

Terrore per chi è rimasto in Afghanistan: “Salvateli”

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Toni ancora più dolenti da parte di chi è arrivato a Roma da Kabul ed è cittadino dell’Afghanistan. “Ho paura per chi ha lavorato con noi ed ora sta per morire. Giornalisti, scrittori, colleghi, ostetrici, medici, donne. I Talebani li cercano casa per casa“. Lo ha detto a Fiumicino Arif Oryakhail, uno degli afghani arrivati oggi con il volo dell’Aeronautica Militare da Kabul.

Qual è il nostro sentimento? Abbiamo lasciato lì migliaia di persone, che rischiano la vita. La situazione è gravissima, la comunità internazionale li salvi. Ci sentiamo traditi. Noi siamo sicuri qui, ma in migliaia sono ancora lì. Non hanno niente, e vanno salvati. Noi non sappiamo come fare. I nostri ospedali sono abbandonati, non hanno farmaci o medicinali. I malati muoiono, i bambini non hanno da mangiare. È un disastro totale, non vediamo alcuna speranza“, afferma Oryakhail, quasi ridotto alle lacrime. E in Afghanistan la situazione è davvero tragica.

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