Abbracci nella tenda gonfiabile nella Rsa: “Non vedevo mamma da mesi”

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Non vedevo mia madre da due mesi, a parte in videochiamata. È eccezionale“. Il signor Ezio e sua moglie sono i primi parenti a fare visita a un’ospite della Rsa ‘Anna Maria’ di Ivrea, dove da oggi c’è una stanza degli abbracci gonfiabile. Un luogo dedicato appunto all’incontro e al contatto, protetto, tra ospiti e affetti.

La tenda degli abbracci: è gioia per tutti

Oggi inauguriamo la tenda degli abbracci. Finalmente i nostri ospiti possono rincontrare i parenti in sicurezza, perché all’interno di questa tenda c’è una separazione sigillata. Per cui da una parte ci sono i nostri ospiti, e dall’altra i parenti. Si possono toccare attraverso braccia di nylon“, spiega la direttrice della struttura Laura Girelli.

Segue quindi una spiegazione su come sia nata l’idea della “tenda degli abbracci” e come sia stato possibile realizzarla: “Abbiamo contattato un’azienda che fabbricava mongolfiere, e per questa emergenza ha inventato questa soluzione. L’abbiamo vista in una struttura di Treviso, dove è partita questa idea, e quindi abbiamo deciso di acquistarla anche per la nostra struttura“.

L’idea di Castelfranco Veneto e la soluzione di Ivrea

Il riferimento è alla “stanza degli abbracci” di Castelfranco Veneto, inaugurata con grande successo nella Rsa ‘Domenico Sartor’. A Ivrea si è invece optato per una tenda, e Laura Girelli spiega perché: “Lui propone due modelli, sia indoor che outdoor. Noi abbiamo voluto una struttura gonfiabile e outdoor, perché ci piaceva avere qualcosa di diverso“.

Una nuova vita dunque per la Rsa piemontese, dopo mesi e mesi assolutamente complicatissimi. E in cui la carenza di abbracci è stata solo uno dei problemi: “Noi abbiamo chiuso le visite il 23 febbraio. Poi in realtà durante l’estate abbiamo aperto per qualche mese, perché i casi sul territorio erano diminuiti. Però prendevamo sempre appuntamenti, quindi mantenendo sempre le distanze. Di fatto i nostri ospiti non possono avere un contatto con gli affetti da febbraio. Vederli è fondamentale, il contatto è quasi una medicina“.

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