Facebook%2C+l%E2%80%99accusa%3A+%E2%80%9CPag%C3%B2+societ%C3%A0+vicina+ai+repubblicani+per+diffamare+TikTok%E2%80%9D
newsby
/tecnologia/facebook-laccusa-pago-societa-vicina-ai-repubblicani-per-diffamare-tiktok/amp/
TECNOLOGIA

Facebook, l’accusa: “Pagò società vicina ai repubblicani per diffamare TikTok”

Meta, la casa madre di Facebook, avrebbe pagato una delle più importanti società di consulenze nell’orbita del Partito Repubblicano americano per organizzare delle campagne per gettare discredito sull’utilizzo del popolare social network cinese TikTok negli Stati Uniti.

È questa la rivelazione del Washington Post, che riporta in esclusiva la notizia citando una serie di documenti e di carteggi e-mail che provano l’esistenza di questa presunta campagna diffamatoria. Stando alla ricostruzione del quotidiano statunitense, i dipendenti della Targeted Victory avrebbero dunque lavorato per conto di Facebook per minare la popolarità di TikTok, piattaforma della ByteDance di Pechino. Il messaggio più comune sarebbe stato quello che il social cinese sarebbe un pericolo per i giovani e per l’intera società statunitense. Vediamo in cosa consiste questa campagna.

Facebook e la “guerra” a TikTok a colpi di articoli, slogan e trend pericolosi

Targeted Victory “deve far passare il messaggio che mentre Meta è nel mirino, TikTok è la vera minaccia soprattutto perché si tratta di un’app straniera al primo posto nella condivisione dei dati dei suoi giovani utenti”. Sarebbe stato questo, dunque, l’obiettivo delle campagne promosse dalla società di consulenze vicina al Grand Old Party, come si legge in una mail interna di un dirigente dell’azienda citata dal Post.

Foto Unsplash | Clay Banks

Le presunte campagne di Facebook contro TikTok sarebbero consistite in una serie di azioni differenti. Come ad esempio sponsorizzando articoli d’opinione e lettere al direttore che demonizzano il social cinese sui principali media locali statunitensi; oppure promuovendo la pubblicazione di storie di dubbia provenienza su presunti trend pericolosi in realtà nati sul social di Meta stesso. E non, quindi, sulla piattaforma “rivale”.

LEGGI ANCHE: Su TikTok è fin troppo facile imbattersi in fake news sulla guerra in Ucraina

La società di Mark Zuckerberg avrebbe quindi preso in prestito le tattiche tipiche della politica riciclandole nella sua personalissima “guerra” contro il competitor. Una sorta di campagna elettorale per riconquistare popolarità agli occhi delle persone e, soprattutto, per riconquistare utenti. Non a caso, infatti, nell’ultimo trimestre del 2021 la piattaforma ha registrato il primo calo di utenti giornalieri attivi in 18 anni.

LEGGI ANCHE: Facebook, primo calo di utenti in 18 anni. E il futuro non promette bene

Un trend negativo per Fb che, secondo gli analisti, è destinato a peggiorare nel corso del tempo. E la causa principale è proprio l’aumento della concorrenza di TikTok. Che, secondo gli studi, sarebbe dalle due alle tre volte più popolare fra i giovani perfino rispetto a Instagram. Stando a quanto scrive il Post, inoltre, le campagne di Targeted Victory avrebbero avuto come compito quello di mettere in risalto gli aspetti negativi del social cinese così da “distrarre” l’opinione pubblica dalle accuse dell’antitrust contro Meta.

Foto Unsplash | Dima Solomin

Andy Stone, portavoce di Meta, contattato dal quotidiano di Washington ha difeso la campagna. “Crediamo che tutte le piattaforme, inclusa TikTok, debbano affrontare un livello di controllo che va di pari passo con la crescita del loro successo, ha dichiarato. Mentre un rappresentante di TikTok ha detto che l’azienda è “molto preoccupata” per la “fomentazione di articoli sulla stampa locale contro presunte tendenze che non sono state riscontrate sulle piattaforma”.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

Recent Posts

Falcinelli, Tajani: “Pronto a riferire in aula, immagini che non avrei mai voluto vedere”

Il ministro degli Esteri: "Ho sollecitato l'ambasciatore per comunicare con le autorità americane. Continueremo a…

7 ore ago

Matteo Falcinelli, chi è e perché è stato arrestato a Miami

Cos'è successo nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorso allo studente 25enne…

10 ore ago

Incaprettamento (o “tecnica hog-tie”), cos’è e perché si chiama così

La procedura di "incaprettamento", fuorilegge in alcuni Stati, è la stessa che ha causato la…

10 ore ago

Sciopero dei giornalisti Rai, quali sono le motivazioni?

"La libertà vale più della paga". Ecco perché oggi i giornalisti e le giornaliste della…

14 ore ago

Europee 2024, il body shaming è entrato nella campagna elettorale? I casi di Ceccardi e Rispoli

Alcuni confronti fotografici pubblicati dalla candidata leghista alle europee hanno fatto inarcare più di un…

2 giorni ago

Movida, Sala: “Norme non risolutive, ma non possiamo stare fermi”

Sala: "Ho la casella di posta invasa da mail di cittadini che vogliono dormire la…

3 giorni ago