Covid, Italia quarta al mondo per cyber-minacce in pandemia

L’Italia è il quarto Paese più colpito al mondo dalle minacce informatiche legate al Covid-19 nel primo semestre del 2021. Lo rivela un report sulle cyber-minacce della società di sicurezza informatica Trend Micro, che nel primo semestre di quest’anno ha bloccato in totale circa 41 miliardi di minacce. Un dato preoccupante, che registra un incremento del 47% rispetto al periodo precedente.

Covid, il report sulle cyber-minacce nel mondo

Secondo la ricerca, sul nostro Paese si sono abbattuti 131.197 attacchi fra e-mail spam, malware e siti maligni legati alla tematica della pandemia. In prima posizione troviamo invece gli Usa con 1.584.337 minacce, seguiti dalla Germania con 832.750 e dalla Colombia con 462.005. Dopo l’Italia troviamo invece la Spagna (111.663); mentre in tutti gli altri Paesi del mondo si sono registrati 1.287.440 episodi simili collegati al Covid.

Per quanto riguarda la classifica generale dei malware, ossia i virus malevoli, troviamo invece in prima posizione il Giappone (174.994.613). A seguire Usa (163.667.075) e India (29.008.051). In quarta posizione ancora una volta l’Italia che, a quota 28.208.577, è però prima in Europa.

Gli attacchi ransomware alla Sanità italiana

Nello specifico, nel nostro Paese sono arrivate 194.879.311 minacce via mail, che secondo Trend Micro sono lo strumento principale per i cyberattacchi. I siti maligni visitati in Italia sono invece 7.559.192; mentre il numero di app maligne scaricate è di 28.215. Nei primi sei mesi del 2021, infine, sono 1.712 i malware unici di online banking che hanno colpito il Belpaese.

In base al report di Trend Micro, i ransomwaregli attacchi informatici finalizzati cioè a una richiesta di riscatto – continuano a rappresentare la minaccia principale. Nel mirino dei cybercriminali, però, non ci sono solo le aziende internazionali più famose. Nel primo anno della pandemia di Covid-19, ad esempio, il 24% delle strutture sanitarie italiane ha dichiarato di aver subìto attacchi informatici. Di cui l’11% ransomware e il 33% accessi abusivi ai dati.

Impostazioni privacy