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Dani Alves, dalla fuga degli sponsor alla richiesta di divorzio della moglie: cosa sta succedendo

Dani Alves prova ad andare al contrattacco. O almeno questo cercano di fare i suoi avvocati (uno di loro ha lavorato anche per Messi nel caso di frode fiscale) per farlo uscire dal carcere dove è detenuto dal 20 gennaio scorso. Il brasiliano è finito in manette con l’accusa di violenza sessuale commessa ai danni di una ragazza in una discoteca del capoluogo catalano il 30 dicembre e ora rischia fino a 12 anni di carcere. Una volta arrestato, Dani Alves aveva fornito tre versioni diverse dei fatti nei primi interrogatori. Adesso la difesa del terzino si basa sulla presunzione che la donna sia entrata in bagno liberamente, senza alcuna costrizione.

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La difesa

I suoi avvocati, infatti, sostengono che le immagini raccolte “mettano in dubbio valutativo” alcune affermazioni esposte dal giudice istruttore. Un aspetto sul quale stanno spingendo è che il brasiliano sia entrato in bagno da solo. Però, mentre prova a difendersi dalle accuse, il brasiliano deve fare i conti anche con le minacce di divorzio che arrivano dalla moglie, oltre che con l’immediato licenziamento dai Pumas, sua ultima squadra che gli ha chiesto anche cinque milioni di danni, e la disdetta dei contratti da parte di diversi sponsor. Intanto, pur di essere scarcerato, il brasiliano è disposto a consegnare il suo passaporto e indossare il braccialetto elettronico.

La richiesta danni dei Pumas

In attesa di sapere se l’istanza di scarcerazione sarà approvata dal giudice, Dani Alves continua ad accumulare disavventure economiche, appunto. Dopo il licenziamento, il club messicano ha chiesto cinque milioni di dollari di danni (4,54 milioni di euro): “Per inadempienze gravissime il giocatore è irrimediabilmente obbligato a versare al club il pagamento dell’indennizzazione prevista nelle clausole 14 e 15 del contratto. Un ammontare pari a cinque milioni di dollari netti, liberi da imposte. Pumas si riserva il diritto di intraprendere le azioni che riterrà necessarie presso la Fifa e/o qualsiasi altra giurisdizione pertinente e competente per reclamare l’indennizzazione”, si legge. E c’è l’addio di alcuni sponsor. Per ora hanno cancellato o sospeso la collaborazione con l’ex calciatore del Barça la compagnia di assicurazioni brasiliana Hygia Saude, una casa di scommesse che l’aveva scelto come ambasciatore e la marca di abbigliamento Ethika. Quello con Adidas era già scaduto dopo il Mondiale, prima dell’arresto.

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La richiesta della moglie

Infine, la richiesta di divorzio della moglie. Distrutta da quanto accaduto e dai particolari emersi nelle ultime settimane. Come quello di leggere sui giornali del tatuaggio sul pube del marito. E anche su questo fronte Dani Alves è andato al contrattacco, decidendo di fare una telefonata, dal carcere di Barcellona, alla consorte, Joana Sanz, sposata nel 2017. Il terzino le ha detto di essere al corrente della sua volontà di divorziare ma che non vuole perderla. Nella replica la moglie non avrebbe dato rassicurazioni di alcun tipo. Insomma, la situazione per Dani Alves peggiora ogni giorno di più.

Redazione

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