La rivelazione di Scorsese su Bertolucci: “Ecco cos’era per me”

Ieri sera a Roma, presso la splendida cornice del Teatro Ettore Scola nel parco di Villa Borghese, Martin Scorsese è stato l’ospite illustre della Casa del Cinema.

Il regista statunitense è stato protagonista di un incontro con il pubblico, nel corso di una serata in cui è stato proiettato Mean Streets, uno dei capolavori proprio di Scorsese.

Scorsese su Bertolucci: “Per me era una divinità”

Il cineasta di New York ha presentato la rassegna “Carta Bianca”, la quale si svolgerà alla Casa del Cinema fino al prossimo 4 giugno, e ha approfittato dell’occasione per ribadire il suo sconfinato amore per un grandissimo regista del cinema italiano. Chi? Bernardo Bertolucci:

“Vidi ‘Prima della rivoluzione’ di Bertolucci al New York Film Festival quando avevo 23-24 anni. Mi ha ispirato profondamente. Io volevo essere Bertolucci. Lo guardavo come fosse una divinità. Volevo subito fare film come lui e invece ci sono voluti anni. Grazie a ‘Mean Streets’, però, ho trovato me stesso. Quando il film uscì ricordo che tanti chiesero a mia madre cosa pensasse del film e lei diceva che non sapeva dove avessi preso tutte quelle parolacce e che a casa nostra non si usavano. Vero, ma quello era il linguaggio della strada”. 

Il regista statunitense: “Avrei dovuto fare un documentario con Fellini”

Scorse ha raccontato al pubblico presente a Villa Borghese di quella volta in cui avrebbe dovuto fare un documentario con Federico Fellini, altra icona della regia italiana:

“Incontrai per la prima volta Fellini a Sorrento, poi più volte negli anni successivi e verso la fine della sua vita eravamo riusciti a trovare i soldi dalla Universal per fare un documentario insieme sui mestieri del cinema. Dall’attore al produttore, dal montatore al fonico. Purtroppo venne a mancare poco dopo. Sarebbe stata una satira felliniana”.

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