Gigi Proietti: una maestosa eredità tra teatro, cinema, tv e barzellette

Gigi Proietti è morto a 80 anni a causa di uno scompenso cardiaco. E in una carriera quasi sessantennale ha inciso in maniera profondissima sulla cultura italiana, come dimostrano i molteplici attestati di stima e affetto che si stanno assommando in queste ore. E che certificano a quanti livelli il Maestro sia entrato nel cuore del Paese.

A teatro sin dagli anni ’60

Gigi Proietti è stato attore, comico, conduttore televisivo, cabarettista, direttore artistico, doppiatore, regista, cantante, insegnante. Iniziò dal teatro, lavorando con mostri sacri come Arnoldo Foà e Giulietta Masina. Fu Ettore Scola a portarlo per la prima volta al cinema, nel 1964. Dieci anni dopo fu la volta di Carmelo Bene, con cui lavorò nuovamente a teatro.

Nel frattempo portò avanti anche una carriera di musicista, ma esplose anche in televisione dove fu apprezzato sempre più per i suoi monologhi che lo portarono addirittura a essere definito un degno erede di Ettore Petrolini. Non manca la radio, dove fu apprezzatissimo conduttore di ‘Gran varietà‘. Sempre più presente sugli schermi cinematografici, Gigi Proietti si mostrò a suo agio anche in ruoli drammatici. Ma la commedia rimase sempre la sua cifra artistica di riferimento, con la partecipazione a ‘Febbre da cavallo‘ che contribuì enormemente alla sua fame. Il suo Mandrake, portato sul grande schermo da Steno nel 1976, è ancora oggi considerato un personaggio cult.

Le barzellette e il doppiaggio: da Silvestro a Rocky

Incredibilmente versatile, si fece apprezzare in tv anche come arguto barzellettiere. La sua voce intanto iniziò a circolare anche nei panni di doppiatore. Una professione intrapresa già a metà anni ’60 grazie al Gatto Silvestro della Warner Bros. Ma Gigi Proietti presentò anche al pubblico italiano l’esordiente Sylvester Stallone, da lui doppiato nel primissimo capitolo della saga di ‘Rocky’. Negli anni ’90 riprese questo lavoro collaborando con la Disney, e reinterpretando in maniera personale e apprezzatissima quel Genio di Aladdin’ che in America era stato cucito su misura su Robin Williams.

Successivamente si cimentò anche nel ruolo di conduttore televisivo, nell’edizione del 1983 di ‘Fantastico’. Ma in Rai ebbe nuovamente modo di farsi apprezzare a partire dal 1996, quando vestì per la prima volta i panni del Maresciallo Rocca. Un ruolo che per 12 anni divenne quasi una seconda pelle per Gigi Proietti.

Gigi Proietti l’immortale: le battute indimenticabili

Che però oggi è ricordato da tutti per la sua arguzia, la sua ironia, la sua capacità di restare sempre in equilibrio tra la profonda serietà dei temi da lui spesso trattati e un senso del ridicolo mai sfociato nella volgarità. E le sue tante battute folgoranti, l’immortale barzelletta “Diciotto, diciotto, diciotto”, la parodia degli chansonnier francesi, le lezioni italiano-romano. Tanti piccoli frammenti di un mosaico incredibilmente sfaccettato, che Gigi Proietti ci ha regalato in quasi sessant’anni. E che resterà per sempre patrimonio di tutti noi.

Impostazioni privacy