SALUTE

Vaccini contro cancro, Novelli: “Non lasciarsi andare a sensazionalismi e trionfalismi”

Moderna ha annunciato, martedì 11 aprile, che entro il 2030 potrebbero arrivare i primi vaccini personalizzati a mRna contro cancro, malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni. Un annuncio che è arrivato anche da Pfizer, e che potrebbe rivoluzionare il campo della medicina. Nello specifico, il capo medico di Moderna, Paul Burton, ha dichiarato che in soli 5 anni saranno disponibili trattamenti per “tutti i tipi di patologie”. La notizia è stata riportata dal Guardian. A commentarla, diversamente, è intervenuto Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Tor Vergata, che all’Agi ha dichiarato: “La ricerca sui diversi Rna, portata avanti da decenni e ora accelerata dalla pandemia, ci sta offrendo una vera e propria cassetta degli attrezzi per affrontare tantissime patologie, non solo i tumori. Ma non bisogna lasciarsi andare a sensazionalismi e trionfalismi”.

Virus | Pixabay @geralt

Le parole di Novelli

Nell’intervista al Guardian, Burton ha dichiarato: “Avremo il vaccino (per il cancro), e sarà altamente efficace e salverà centinaia di migliaia, se non milioni di vite. Penso che saremo in grado di offrire vaccini contro il cancro personalizzati contro diversi tipi di tumore a persone in tutto il mondo”. A ciò ha risposto Novelli, che ha confermato quanto detto da Burton. “Effettivamente, grazie ai diversi Rna siamo in grado di intervenire su diversi processi nel nostro corpo. Siamo in grado, ad esempio, come già avviene con un farmaco di recente approvato anche in Italia, di inibire l’assorbimento del colesterolo; oppure siamo in grado di far fare qualcosa a specifiche parti del nostro corpo come ad esempio sviluppare proteine come quelle espresse dalle cellule tumorali per ‘addestrare’ il nostro sistema immunitario ad eliminare le medesime cellule tumorali. E questo è solo una parte delle possibilità che i vari Rna ci offrono“.

Tuttavia, Novelli ha sottolineato che è necessario continuare a essere prudenti, essere costanti nella ricerca e anche negli investimenti per arrivare a dei risultati. L’uso degli Rna, infatti, non è scontato, così come l’obiettivo finale. 

Vaccino | Pixabay @mufidpwt

I problemi con gli Rna

Novelli, infatti, ha ricordato gli Rna sono instabili, e per far sì che questi abbiano effetto, è necessario fronteggiare il problema “come si è riusciti a fare nella lotta alla Covid”. In più, sono necessari degli interventi mirati. “Se il problema è nel cervello non possiamo mandare in giro un Rna per tutto il corpo rischiando di far danno da qualche altra parte. In più, nel caso dei tumori la prospettiva non è quella di un vaccino generalizzato contro tutte le forme tumorali. Ma di vaccini specifici per singolo tumore e soprattutto per singola persona”. Questo poiché dovrà essere utilizzato il Dna del singolo paziente per realizzare l’Rna specifico. “L’Rna così sviluppato poi darà luogo alle proteine utili ad addestrare il sistema immunitario contro quello specifico tumore di quella specifica persona”. Un orizzonte vasto, ed un compito non semplice.

Tuttavia, ricorda Novelli, l’Italia “ha investito una considerevole parte del Pnrr su questo fronte. Ad esempio sull’utilizzo dell’Rna per ‘accendere’ o ‘spegnere’ interruttori genetici, che è il mio attuale campo di ricerca, così da intervenire per affrontare determinate patologie. È fondamentale che queste risorse continuino ad essere bene indirizzate, così da vagliare fattori a favore e contrari dell’uso degli Rna in campo medico“.

Lavinia Nocelli

Lavinia Nocelli è una fotogiornalista di Senigallia. Si occupa di salute mentale, migrazioni e conflitti sociali: ha realizzato reportage nei campi profughi di Calais e Dunkerque, in Romania, Ucraina e Albania, a bordo della Sea Watch e in Irlanda del Nord. Collabora con The Independent, Il Manifesto, Lifegate, TPI, InsideOver, Skytg24, e Good Morning Italia, tra gli altri

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