Quarta dose vaccino anti Covid, Israele detta ancora la linea: il punto

Israele prosegue i propri studi sulla quarta dose del vaccino anti Covid, con dati che sembrano suggerire di procedere con convinzione in tal senso. La protezione contro le grandi complicanze dell’infezione risulterebbe infatti triplicata per gli Over 60.

Israele e gli studi sulla quarta dose: da lì anche quelli sulla terza

Questo è il risultato di studi preliminari condotti da esperti di diverse istituzioni sanitarie e universitarie. A riferirlo è stato il ministero della Salute di Israele, come riportato dall’Adnkronos. I dati riguardano 400 mila cittadini israeliani che hanno ricevuto una quarta dose di vaccino anti Covid e 600 mila che si sono fermati alla terza dose.

Il Paese, prima della quarta dose, fu in un certo senso pioniere anche nello sviluppo degli studi sulla terza. A inizio ottobre 2021, infatti, da Israele arrivarono informazioni incoraggianti sulla terza dose del vaccino anti-Covid. I dati diffusi dal ministero della Sanità indicavano che gli effetti collaterali del richiamo erano “significativamente più leggeri” rispetto a quanto avvenuto per le prime due inoculazioni. Fatica, debolezza e dolore al braccio dopo l’iniezione risultarono molto meno comuni per tutti i gruppi di età alle prese con il booster.

Immunità di gregge dopo Omicron: la prospettiva, 20 giorni prima degli altri

A inizio gennaio 2022, invece, a Israele si iniziò a parlare di possibile immunità di gregge dopo la Variante Omicron. Una prospettiva che, a distanza di qualche settimana, ora l’intera Europa sta prendendo in considerazione. Proprio il 5 gennaio, a Gerusalemme, il 61enne presidente israeliano Isaac Herzog è diventato il primo leader politico mondiale a ricevere la quarta dose. Ad annunciarlo è stato lo stesso Herzog postando su Twitter una foto della somministrazione insieme alla moglie.

Sempre in Israele il primo ministro Naftali Bennett ha reso noti i risultati di uno studio preliminare secondo cui il nuovo booster aumenta gli anticorpi contro il virus fino a cinque volte già dopo una settimana dalla sua somministrazione. La ricerca ha coinvolto 154 volontari con un basso livello di anticorpi e che hanno ricevuto la terza dose ad agosto.

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