SALUTE

Hiv, fallisce anche l’ultimo vaccino: come procede la ricerca

Negli anni ’80 fu identificato per la prima l’Hiv come causa dell’Aids. Nonostante si pensasse che un vaccino contro il virus potesse essere realizzato in breve tempo, in pochi anni fu chiaro che questo non sarebbe stato possibile, a differenza di altri vaccini sviluppati per altre malattie. Questo perché l’Hiv tende a mutare molto velocemente eludendo le difese immunitarie del corpo, ma non solo: il virus ha numerose varianti, ed è capace di creare delle ‘riserve’ nell’organismo capaci di rimanere silenti per numerosi anni, non portando alla manifestazione di alcuna malattia. Ciò ha impedito, e impedisce tutt’oggi, di creare un vaccino sicuro ed efficace contro il virus.

Foto Unsplash | Mufid Majnun

Cosa sappiamo degli ultimi vaccini

Non essendoci una cura contro l’Hiv, generalmente si seguono alcuni trattamenti che consistono nell’assumere periodicamente pillole o nel sottoporsi a iniezioni e trasfusioni. Nonostante l’interesse per i vaccini rimanga alto, gli esperti hanno iniziato a chiedersi se non sia necessario cambiare approccio, ripensando a tecniche e modalità per stimolare un’adeguata risposta immunitaria. Nuovi risultati, tuttavia, potrebbero arrivare dai vaccini a Rna messaggero, già utilizzati durante la pandemia contro il coronavirus. Alcune sperimentazioni sono già in corso, ma si dovrà attendere ancora molto tempo prima dell’avvio dei test clinici, che a loro volta richiederanno diverso tempo prima di poter essere verificati. L’ultima, e unica, sperimentazione in fase 3 – quindi in fase avanzata – è tuttavia terminata in seguito ai risultati deludenti ottenuti proprio nei test clinici. Ad annunciarlo è stata la stessa Janssen, la divisione della società Johnson & Johnson, che con un comunicato ha diffuso la notizia dell’interruzione della sperimentazione che stava portando avanti. Il risultato negativo, secondo vari osservatori, porta indietro la ricerca di circa tre-cinque anni, poiché tutti gli altri vaccini sono ancora in via di sviluppo. La notizia si aggiunge a quella di altre decine di vaccini sperimentali contro l’Hiv sviluppati, e scartati, negli ultimi decenni, proprio per via dei risultati deludenti ottenuti.

Siringa | Pixabay @PublicDomainPictures

Il fallimento di Mosaico

Il test clinico interrotto si chiamava Mosaico. Avviato nel 2019, la sperimentazione stava coinvolgendo 3.900 volontari tra Nord America, Sud America ed Europa. e una cinquantina di centri per la somministrazione e il controllo del trattamento. Dai test era emerso che la somministrazione non portava né a nessuna risposta immunitaria adeguata, né alla produzione di anticorpi neutralizzanti, necessari per disattivare il virus. Le precedenti fasi della sperimentazione (fase 1 e fase 2), avevano portato a credere che Mosaico potesse portare a risultati promettenti: tuttavia, in queste fasi, l’obiettivo principale era verificare la sicurezza del vaccino. Una volta dichiarato sicuro, tuttavia, era stata era stata consigliata l’interruzione del test clinico per motivi etici e pratici, in quanto questo non era in grado di prevenire le infezioni da Hiv. A conferma di quanto sia difficile sviluppare un vaccino contro la malattia, in precedenza altri cinque vaccini sperimentali non avevano poi dato i risultati sperati.

Lavinia Nocelli

Lavinia Nocelli è una fotogiornalista di Senigallia. Si occupa di salute mentale, migrazioni e conflitti sociali: ha realizzato reportage nei campi profughi di Calais e Dunkerque, in Romania, Ucraina e Albania, a bordo della Sea Watch e in Irlanda del Nord. Collabora con The Independent, Il Manifesto, Lifegate, TPI, InsideOver, Skytg24, e Good Morning Italia, tra gli altri

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