Coronavirus, Iss : “Fase di riapertura con cautela”

Un passo alla volta per la ripartenza. Nella conferenza stampa organizzata quest’oggi dall’Iss, Istituto superiore di sanità, i vertici affermano di essere pronti a riaprire le attività un po’ alla volta, per non rischiare un ulteriore picco della pandemia dovuta al Coronavirus. Gianni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive, sottolinea inoltre l’importanza delle “zone rosse come misura preventiva per quando finirà il lockdown”.

Grande cautela quindi sulle misure da adottare a seconda delle zone. I dati sui contagi, osserva il direttore dell’Iss, Silvio Brusaferroraccontano la storia di un paese con livelli diversi di circolazione del virus”, che varia a seconda delle regioni. “Mi pare troppo presto – aggiunge Brusaferro – per poter rispondere su cosa succederà per le vacanze. Dobbiamo pensarci e muoverci con cautela”.

Iss: cosa cambia nella Fase 2

L’identificazione rapida dei focolai, i test e il successivo isolamento dei contatti saranno le misure principali da seguire anche nella cosiddetta Fase 2. Rezza afferma che verranno rinforzate le azioni di contenimento del virus, con l’eventuale creazione di zone rosse per cercare di isolarlo.

Per l’identificazione rapida dei contagiati ci sarà un’App per il tracciamento che permetterà di abbreviare i tempi e isolare gli infetti. “E’ uno strumento che velocizza, ma stiamo già lavorando sul punto chiave del raggiungimento dei contatti, sul quale è in arrivo un corso di formazione specifico“, sottolinea Brusaferro in conferenza stampa.

Rsa: fra i 6mila e i 7mila decessi

Tra gli argomenti principali trattati durante la conferenza stampa ci sono i numeri relativi alle Rsa, le strutture di ricovero per anziani. L’Osservatorio sulle Rsa, promosso dall’Iss riporta a riguardo dei dati allarmanti. Fra i 6000 e i 7000 sono stati i decessi all’interno delle strutture a partire dal 1 febbraio. I dati, presentati da Graziano Onder, del Centro cardiovascolare e dell’invecchiamento dell’Iss, affermano inoltre che i sintomi da coronavirus sono stati riscontrati in oltre il 40% dei deceduti anche se è molto “difficile distinguere tra influenza e Covid-19”.

 

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