Ue: via libera a von der Leyen II con appena il 51% di voti a favore

UE: ecco le sfide e le priorità della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, approvata dal Parlamento con una maggioranza fragile

Il Parlamento Europeo ha approvato la nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, che sarà in carica fino al 2029. Questo passaggio rappresenta un momento cruciale per il futuro dell’Unione Europea, ma è stato caratterizzato da numerose difficoltà. Con un risultato di 370 voti favorevoli, 282 contrari e 36 astenuti, l’approvazione ha registrato il margine più basso mai visto per una Commissione, fermandosi al 51,4%. Questo dato riflette una maggioranza fragile e una profonda frammentazione politica tra i principali gruppi parlamentari.

Via Libera a von der Leyen II in UE con appena il 51% di voti a favore

Le divisioni interne, acuite dai risultati delle ultime elezioni europee, hanno reso particolarmente complesso il processo di formazione della nuova Commissione. Inoltre, il panorama politico europeo è oggi più polarizzato, con una crescente competizione tra i principali blocchi politici. Questo contesto ha generato tensioni che si sono manifestate non solo nel voto, ma anche nel dibattito attorno alle nomine chiave e alle priorità strategiche per i prossimi anni.

Ue: via libera a von der Leyen II con appena il 51% di voti a favore
Ue: via libera a von der Leyen II con appena il 51% di voti a favore | EPA/LESZEK SZYMANSKI POLAND OUT – Newsby.it

 

Uno dei principali problemi emersi durante il processo di approvazione è stata la mancanza di una coalizione stabile. Le ultime elezioni europee hanno evidenziato il declino di molti gruppi tradizionali, mentre altre formazioni, come i Sovranisti e i Verdi, hanno guadagnato terreno. L’unica eccezione è stato il Partito Popolare Europeo (PPE), che è riuscito a mantenere una relativa stabilità, ma non senza difficoltà.

Nel voto finale, il PPE ha mostrato segni di divisione: 27 membri hanno votato contro la Commissione, mentre 2 si sono astenuti. Ancora più evidenti sono state le spaccature tra i Socialisti, che hanno visto 43 membri opporsi alla Commissione (25 contrari e 18 astenuti). Anche i Verdi, pur sostenendo alcune delle priorità strategiche della presidente, hanno mostrato divisioni interne, con 27 voti favorevoli, 19 contrari e 6 astensioni.

Il gruppo più compatto è stato Renew Europe, che ha espresso 67 voti favorevoli e solo 6 astensioni. Tuttavia, al di fuori della coalizione tradizionale, i conservatori dell’ECR hanno fornito un appoggio parziale, mentre i gruppi dei Patrioti Europei, dei Sovranisti e della Sinistra Europea hanno votato compattamente contro la nuova Commissione.

Le tensioni non si sono limitate al voto, ma hanno caratterizzato anche il processo di nomina di alcuni commissari. Due figure in particolare hanno acceso il dibattito: la spagnola Teresa Ribera e l’italiano Raffaele Fitto.

  • Teresa Ribera, esponente socialista, è stata scelta come vicepresidente esecutiva per la transizione ecologica, un ruolo strategico per l’attuazione del Green Deal Europeo. La sua nomina, tuttavia, è stata contestata da alcuni membri del PPE, in particolare dai rappresentanti spagnoli, che hanno criticato il suo operato passato in materia di politica ambientale.
  • Raffaele Fitto, nominato vicepresidente esecutivo per la coesione e le riforme, è stato al centro di accese polemiche. Diversi esponenti dei Verdi e dei Socialisti lo hanno definito un politico con posizioni “post-fasciste”, sottolineando le sue idee ritenute in contrasto con i valori progressisti dell’Unione. Questo ha ulteriormente polarizzato il dibattito e complicato la ricerca di un consenso.

Nonostante le critiche, Ursula von der Leyen ha difeso entrambe le nomine con determinazione. Ha elogiato Ribera per la sua preparazione e il suo impegno verso una politica di sostenibilità ambiziosa, e ha sottolineato che la scelta di Fitto è stata dettata dalla volontà di rafforzare la coesione territoriale tra le regioni europee, considerata una priorità strategica per il futuro dell’Unione.

Durante la conferenza stampa successiva al voto, Ursula von der Leyen ha illustrato le principali linee guida del suo mandato, articolate in tre pilastri strategici. Questi obiettivi riflettono la necessità di rispondere alle sfide globali e di garantire un’Europa più sostenibile e competitiva.

  1. Innovazione tecnologica: L’Europa è ancora in ritardo rispetto a potenze come gli Stati Uniti e la Cina in termini di tecnologia. La nuova Commissione intende investire in ricerca, sviluppo e digitalizzazione, promuovendo l’adozione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e il 5G. Questi investimenti saranno fondamentali per mantenere la competitività economica e rafforzare il ruolo dell’Unione a livello globale.
  2. Transizione ecologica: Il Green Deal Europeo rimane al centro dell’agenda della Commissione. Gli obiettivi includono la riduzione delle emissioni di CO2, l’adozione di energie rinnovabili e l’implementazione di un piano di decarbonizzazione che sia compatibile con la competitività industriale. Von der Leyen ha ribadito che la neutralità climatica entro il 2050 è una priorità non negoziabile.
  3. Sicurezza energetica: La crisi energetica globale ha evidenziato l’importanza di ridurre la dipendenza dell’Europa da fornitori esterni. La Commissione lavorerà per diversificare le fonti di approvvigionamento e sviluppare infrastrutture energetiche più resilienti, garantendo allo stesso tempo un costo sostenibile per i cittadini e le imprese.

Nonostante l’approvazione della nuova Commissione, il margine risicato del voto evidenzia la fragilità della maggioranza e le divisioni tra i principali gruppi parlamentari. I Socialisti e i Verdi hanno accusato il PPE di aver cercato un’alleanza con i conservatori dell’ECR, escludendo la possibilità di una coalizione più ampia e progressista. I conservatori, invece, hanno rivendicato un ruolo centrale nella costruzione di una maggioranza alternativa, più orientata verso le loro posizioni.

Queste tensioni rischiano di compromettere la stabilità della legislatura, rendendo più difficile l’attuazione delle politiche proposte dalla Commissione. Ursula von der Leyen dovrà lavorare per mantenere un fragile equilibrio tra i vari gruppi, cercando al contempo di evitare ulteriori fratture interne.

L’approvazione della nuova Commissione Europea rappresenta un punto di svolta per il progetto europeo. Le sfide globali, dalla crisi climatica alla competizione tecnologica, richiedono un’azione rapida e coordinata. Tuttavia, le divisioni interne e la fragilità della maggioranza politica rappresentano un ostacolo significativo.

Ursula von der Leyen ha ribadito il suo impegno a lavorare per un’Europa unita, capace di affrontare le sfide globali con determinazione. Le priorità strategiche della Commissione – innovazione, sostenibilità e sicurezza energetica – rappresentano un’opportunità per rafforzare il ruolo dell’Unione a livello globale, ma il successo dipenderà dalla capacità di superare le divisioni interne e costruire una coalizione stabile.

La nuova Commissione Europea si trova ad affrontare un contesto politico complesso e una serie di sfide globali che richiedono risposte coraggiose. Tra i principali obiettivi figurano la promozione di un’economia sostenibile, l’adozione di politiche climatiche ambiziose e il rafforzamento della resilienza energetica. Tuttavia, il percorso è reso difficile da un panorama politico frammentato, che riflette le tensioni tra i vari gruppi parlamentari.

Con una maggioranza fragile e un Parlamento diviso, la presidente von der Leyen dovrà dimostrare la sua capacità di guidare l’Europa verso un futuro più inclusivo, sostenibile e competitivo. La riuscita di questa legislatura sarà determinante per il rafforzamento del progetto europeo e per la credibilità dell’Unione sul piano internazionale.

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