Superlega, tutta la politica boccia l’idea: “Oltraggiosa e inaccettabile”

La proposta di una Superlega che unisca i principali club europei di calcio sotto lo stesso tetto è divenuta uno dei temi più caldi del giorno, non solo in ambito sportivo. Anche il mondo della politica è infatti intervenuto nella vicenda, e le reazioni nostrane appaiono mai come in questo caso estremamente compatte. Tanto da destra quanto da sinistra, infatti, l’idea è stata categoricamente bocciata.

Corrao (Verdi): “Vadano altrove a farsi il loro circo”

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Secondo me la proposta di una Superlega è una cosa oltraggiosa – ha per esempio dichiarato l’eurodeputato del gruppo dei Verdi, Ignazio Corrao. La storia del calcio europeo è una storia fatta di piccoli club che dalla provincia riescono a battere grandi club di grandi città, a vincere nelle cattedrali del calcio. È fatta di tifosi appassionati, di rivalità, di tradizioni. Questa è una proposta che va bene solo a questi club, che in maniera cinica vogliono monetizzare ancora di più. Non ha nulla a che vedere con il calcio“.

Il calcio è fatto di meriti sportivi, retrocessioni, promozioni e belle storie. Qualche riforma può essere fatta, ma pensare che ci siano squadre che fanno in maniera elitaria una Superlega è indecente e inaccettabile. Io auspico che ritirino la proposta, o che se ne vadano a giocare negli Usa o in Asia, fuori dalle competizioni nazionali ed europee. Ne possiamo fare tranquillamente a meno. Vogliono creare il loro circo? Se lo vadano a fare altrove“, ha tuonato Corrao.

Campomenosi (Lega): “Trend autodistruttivo per il calcio in Europa”

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Un’opinione altrettanto severa arriva dalla Lega. Così il capodelegazione del Carroccio al Parlamento europeo, Marco Campomenosi: “Anche io sulla Superlega non posso che essere contrario. Ma sono anche scettico nei confronti della levata di scudi di Federazioni e Leghe che hanno condotto a questo. Se il calcio è business per pochi, se in Serie A vincono solo tre squadre, se in Serie A per le squadre che sono dall’ottavo posto in giù sembra impossibile giocare con le prime sette, ecco, non sono sorpreso“.

Da appassionato ho visto un trend che è iniziato da molti anni – ha sottolineato lo stesso Campomenosi –. Credo che se qualcuno pensa di organizzarsi una Superlega senza retrocessioni, per ritagliarsi ulteriormente business, i destinatari non siano i tifosi. Sono infatti i mercati asiatici e nord americani, che per i proprietari di queste grandi ‘franchigie’ sono più allettanti rispetto ai veri appassionati. Mi lascia esterrefatto vedere che qualcuno è sorpreso di questo trend autodistruttivo del calcio europeo“.

Beghin (M5s): “Superlega? Sarebbe una sorta di cartello”

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Decisamente contrario alla Superlega è anche il Movimento 5 Stelle. Così la capodelegazione del M5s al Parlamento europeo, Tiziana Beghin: “Sulla questione dei valori penso che saremo tutti d’accordo. Perché è chiaro che inclusione e meritocrazia sarebbero del tutto esclusi da questa competizione. Da un punto di vista di interessi economici si creano problemi rispetto alla competizione leale“.

Il timore è quello che la Superlega costituisca una sorta di “casta” dei potenti del calcio. Anche se il termine scelto da Beghin è un altro: “Di fatto si costituirebbe una sorta di cartello. Spero che si trovi una soluzione, anche per i tanti giovani promettenti. Stiamo parlando di numeri enormi, che muovono interessi economici enormi. È chiaro che anche la pandemia, spostando lo spettacolo nella parte passiva, va a intercettare un pubblico che è orfano di stadi e di un certo tipo di match. Abbastanza agghiacciante, ma comprensibile sul piano economico. Io tifo Sampdoria, squadra che ha visto anche un periodo di grande splendore. Un orgoglio come sampdoriana riesco ancora ad averlo“.

Carraro: “No Superlega, club e Uefa scendano a compromessi”

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Più morbida l’opinione sulla Superlega di Franco Carraro. Lo storico presidente di Coni e Figc conosce bene il mondo della politica, essendo stato senatore di Forza Italia. Ma anche lui boccia l’iniziativa: “Non mi sembra una soluzione adatta alla situazione europea. Già nel 1996 Mediapartner aveva un progetto simile, e poi abbiamo risolto il problema attraverso la modifica della Champions League. Fifa, Uefa e grandi club devono mettersi attorno a un tavolo e trovare soluzioni ragionevoli“.

Più che la Superlega, secondo Carraro, i club dovranno trovare un nuovo accordo per ripensare alla Champions League. Proprio come avvenne circa 25 anni fa. “L’Uefa – ha infatti ricordato – incassa circa il 25% degli introiti. Si dovrà trovare una soluzione diversa e la Uefa dovrà ridurre le sue royalties. I grandi club dovranno ridimensionare le loro spese. Agnelli fa gli interessi del suo club, alcune volte sbaglia. La pandemia ha toccato tutti. La situazione si ricomporrà attraverso il campionato nazionale che sia la porta di ingresso a una Champions rivista, contraendo le royalties di Uefa e Fifa per le rispettive competizioni“.

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